Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Un melodramma scemo e megalomane. La battaglia contro il cortisone è scema. Ray appare retrivo come certi "verdi" odierni, ambiguo, confuso, reazionario come molti anticonformisti; le informazioni “veridiche” sul cortisone arrivano dai giornali anziché dagli esperti; Ray propone come primi segni di pazzia dei discorsi molto più sensati di quelli che il protagonista faceva prima, quando doveva apparire (e Mereghetti conferma) "esemplare", facendo doppio lavoro di nascosto dalla moglie per far credere di avere uno stipendio maggiore. Mason è bravo ma non convince, anche per l'inconsistenza e incoerenza del personaggio, che peraltro Mason arricchisce della sua consueta ambiguità, forse più di quanto avrebbe voluto Ray: aspetti affascinanti quando deve apparire pazzo, folli o scemi prima, quando dovrebbe essere "esemplare" e savio; è l'unico elemento valido del film, ma ne evidenzia il fallimento. La Rush è nulla. Il bimbo risulta odioso contro le intenzioni del regista, secondo il cliché dei bimbi americani dell'epoca.
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