Un volo aereo Londra/Caracas con cui si intende collaudare un nuovo modello di Concorde, finisce misteriosamente in disgrazia, con lo schianto in mare del celebrato e velocissimo aereo d'avanguardia.
La circostanza che si tratti di un sabotaggio scientemente ordito al fine di mettere in difficoltà la compagnia aerea titolare del brevetto dello straordinario veicolo alato, diventa una certezza quando la titolare di un resort poco distante dal tratto di mare ove è avvenuta la tragedia, viene a conoscenza di alcune losche trame, che riferisce all'ex marito, aitante giornalista freelance pieno di energie e pochi scrupoli, seriamente intenzionato ad approfittare della circostanza per tornare a rendersi protagonista di uno scoop coi fiocchi.
Pertanto l'uomo si mette sulle tracce dell'unica sopravvissuta dello schianto, una bella hostess, non sapendo che entrambi diverranno l'oggetto più conteso dei sabotatori, decisi sino all'estremo a disfarsi di quegli scomodi testimoni.
Girato a basso costo da Ruggero Deodato, un artigiano assai portato per questi progetti di emulazione di grandi successi made in Usa, in alternativa ai suoi famosi horror truculenti e pseudo-real, Concorde Affaire '79 si presenta come un thriller di discreta fattura, girato un po' frettolosamente per ragioni di costo, e ciò nonostante forte di un cast di tutto rispetto: James Franciscus, ormai avvezzo a produzioni made in Italy con ambizioni da "americanata", la bella diafana Mismy Farmer, più uno stuolo di vecchie glorie del calibro di Joseph Cotten, Edmund Purdom, Van Johnson.
Il film ambisce a inserirsi astutamente nel filone fortunato degli "airport", che lungo tutti i '70 ed inizi '80 ebbe un cospicuo stuolo di affezionati ammiratori.
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