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Concerto per pistola solista

Regia di Michele Lupo vedi scheda film

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La recensione su Concerto per pistola solista

di mm40
4 stelle

Si può risalire alla data di uscita di questo film anche solo vedendone dieci secondi qualsiasi: vestiti e arredamenti ultrakitsch, un'estetica coloratissima, squillante, luci nitide e ambientazione sofisticata nelle selve della high class inglese: siamo alla fine dei Sixties e Michele Lupo idealmente torna sui suoi passi, dopo lavori (altrettanto italiani eppure) di simile stampo - quantomeno come contesto - del calibro di Colpo maestro al servizio di sua maestà britannica o Sette volte sette. Questa volta non si tratta del 'solito' (piuttosto in voga in quegli anni) film dedicato alla grande rapina; ma siamo comunque in territori limitrofi, più precisamente nel profondo giallo, sponda serial killer. Nel cast il regista recupera attori già frequentati proficuamente come Moschin (Sette volte sette) e Anna Moffo (ex soprano che tentava in quel periodo la fortuna sul grande schermo, protagonista del precedente Una storia d'amore), aggiungendo un nome di rilievo (Giacomo Rossi Stuart, comunque anch'egli già noto a Lupo: girò con lui infatti un paio di 'sandaloni' nei primi Sessanta) e una serie di volti interessanti, ma poco incisivi (Peter Baldwin e Quinto Parmeggiani sono i più noti). Sceneggiatura di Sergio Donati (anche soggetto, già collaboratore per Sette volte sette), Fabio Pittorru e Massimo Felisatti; nomi non eccellenti, ma neppure squalificanti: e infatti, se la storia è piuttosto banalotta e i colpi di scena decisamente blandi, c'è comunque da riconoscere a Concerto per pistola solista (titolo fastidioso, che pare preannunciare un western) una buona tenuta in quanto al ritmo. 4,5/10.

Sulla trama

La morte di un nobile raduna nella sua villa un gruppo di parenti avidi di spartirsi la sostanziosa eredità. Che però va tutta a una giovane nipote. Non tardano a fioccare misteriosi assassinii, sui quali indaga (invano) un ispettore di Scotland Yard.

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