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L'uomo che sussurrava ai cavalli

Regia di Robert Redford vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che sussurrava ai cavalli

di gerkota
8 stelle

Quinta regia del grande Robert Redford questo L'uomo che sussurrava ai cavalli (titolo originale The Horse Whisperer, tratto dal romanzo di Nicholas Evans) che si mette in gioco anche come co-protagonista. Il possibile ritorno alla gioia dopo un terribile trauma, l'inconciliabilità tra l'amore fra un uomo e una donna e le loro troppo differenti esistenze e aspirazioni. La malinconia di un matrimonio destinato allo sfascio e - infine ma non per importanza - la straziante bellezza dei paesaggi del Montana, visti come meta dopo la fuga da una vita ormai senza altre possibilità. Questo il materiale per un film da rivedere più volte e che ha la sua debolezza nell'eccesso di romanticismo che in alcune fasi del racconto in immagini rende troppo sdolcinato il flusso degli eventi e rischia di far storcere la bocca agli estimatori della massima concretezza. Ciò non vuol dire che l'opera del ‘Condor’ (il nome in codice di Redford nel favoloso spionistico I tre giorni del Condor, 1975) soffra di forzature e incongruenze che ne mettano a rischio la legittimazione in senso realistico. Il regista fa tutto come deve essere fatto, con un flusso unitario d'immagini come solo i grandi artisti del grande schermo sanno ottenere. Al centro della vicenda la protagonista impersonata da un'ispirata, tirata e sempre affascinante Kristin Scott Thomas (nel 1997 candidata al premio Oscar per l'interpretazione ne Il paziente inglese dopo essersi fatta notare nel perfetto Quattro matrimoni e un funerale, 1995). L'attrice britannica si immedesima con successo nel ruolo di una donna allo stremo delle forze, con una figlia (una giovanissima Scarlett Johansson), un lavoro e un marito (il diligente Sam Neill, messosi in mostra nel lontano 1993 con la parte in Lezioni di piano) da provare a salvare. Al fianco della Scott Thomas, l'immenso talento di Redford, in un momento d'oro della seconda metà della sua vita, il viso solcato da rughe di saggezza, l'espressività dei suoi occhi blu che offrono un connubio di tristezza e forza allo stesso tempo. Splendida la fotografia di Robert Richardson (tra i punti di forza dell'ultimo lungometraggio di Quentin Tarantino, The Hateful Eight) che esalta gli incantevoli scenari naturali di uno degli stati più montuosi dell’America del Nord. Da non perdere. Voto 8.

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