Regia di Robert Redford vedi scheda film
Gran film drammatico, scuote con la forza dell’emozione.
Anzitutto perché capace di trasmettere calma e serenità, così da stemperare i non pochi momenti di tensione che incomprensioni mai sopite hanno fatto riemergere. Infatti la storia vede confrontarsi un’algida adolescente, atterrita dai propri sopraggiunti limiti (e quindi, come una preda ferita, pronta a mordere tutto e tutti) con sua madre che - donna forte, abituata ad avere tutto sotto controllo - risulta però incapace di risparmiare alla figlia il suo doloroso destino (e forse è anche questo che la figlia, inconsciamente, le rimprovera).
Ma il placido trascorrere del tempo in un angolo incontaminato di paradiso (le riprese dei paesaggi tolgono il respiro tanto danno l’idea dell’infinito) e l’incontro con una persona speciale rimargineranno le ferite (anche umane) per la cura delle quali ci si era messi in discussione…non senza, però, che altri equilibri rischino di vacillare.
Decisamente un film che - anche grazie a musiche dolci e coinvolgenti e ad una fotografia unica - rapisce lo spettatore (la durata non è eccessiva in quanto resa inevitabile dalla necessità di risolvere, con la dovuta tranquillità, le criticità che vengono inscenate) sicchè, quando giunge il momento del distacco, sceglie la strada più brusca, perché manca la forza di dirsi “addio”: una parola troppo difficile da pronunciare per chi non ha resistito al coinvolgimento emotivo.
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