Regia di Luciano Ligabue vedi scheda film
Dopo il rock e la narrativa (Fuori e dentro il borgo), Ligabue passa anche al cinema, per raccontare una storia tratta dal suo romanzo e ambientata nella provincia emiliana, a Correggio. Un gruppo di ventenni nel 1975 avvia una radio libera, chiamata Radio Raptus, ribattezzata Radiofreccia all'indomani della morte per overdose di uno di loro (Stefano Accorsi), soprannominato "Freccia". La radio chiuderà alla vigilia del diciottesimo compleanno.
Tanta buona volontà sul piano visivo (Ligabue non teme l'uso di dolly e steady-cam, ma va detto che è stato aiutato nella direzione da Antonello Grimaldi) non pareggia l'inconsistenza narrativa del copione che il rocker emiliano ha scritto con Antonio Leotti (già sceneggiatore di Babylon), che si agita disordinatamente tra sketch abborracciati. Ottima la colonna sonora del film, che ha costituito una delle voci più consistenti del budget complessivo. Francesco Guccini, nella parte di un barista, è tanto avvincente in concerto quanto inamidato davanti alla cinepresa. Peccato.
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