Regia di Luciano Ligabue vedi scheda film
Onesto esordio alla regia del rocker Luciano Ligabue con una storia ambientata negli anni '70 di vago sapore autobiografico tratta da alcuni racconti del suo libro "Fuori e dentro al borgo". La storia di Ivan detto Freccia e del suo malessere esistenziale che sfocerà nella dipendenza dalla droga, in parte alleviata dalla militanza in una delle prime radio libere, è raccontata con uno slancio sincero e senza calcare troppo la mano su stereotipi abusati: Ligabue si è fatto assistere per la parte tecnica dall'aiuto-regista Antonello Grimaldi e dal direttore della fotografia Arnaldo Catinari, ma la sua regia rimane molto "stylish", per dirla all'inglese, e cattura bene l'atmosfera del tempo grazie anche alla felice scelta delle location e ovviamente alla colonna sonora in cui si ascolta molto rock, efficacemente sincronizzato con le immagini. A voler essere pignoli i difetti si troverebbero facilmente, poiché la sceneggiatura rimane alquanto rigida nella definizione di vari personaggi e delle loro dinamiche psicologiche, ma il trasporto emotivo non manca, così come qualche sequenza da antologia, in particolare il monologo di Freccia sulle cose che lo aiutano a tirare avanti, che sembra una versione aggiornata di quello analogo di Woody Allen in "Manhattan". Bravo Stefano Accorsi in quella che rimane una delle migliori prove di tutta la carriera- una performance esuberante e carismatica che gli valse il David di Donatello come miglior attore protagonista- mentre fra i caratteristi si apprezza soprattutto Luciano Federico, sensibile nel ruolo di Bruno, il migliore amico di Freccia. Per i nostalgici dei Seventies il film sarà un vero invito a nozze.
voto 7/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta