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Radiofreccia

Regia di Luciano Ligabue vedi scheda film

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La recensione su Radiofreccia

di GIANNISV66
10 stelle

Notte fonda, il rogo di una automobile getta la sua luce sporca sul nero che avvolge la scena e un ragazzo accoccolato guarda le fiamme. Scorrono le immagini e parte la musica: "ho perso le parole / eppure ce le avevo qua un attimo fa.....". D'accordo, chi scrive è un fan del Liga (ormai è un fatto risaputo) ma questo, credetemi, non influisce sul giudizio di questo film (né di quello successivo, quel da zero a dieci che invece è una pellicola pretenziosa e mediocre, intasata com'é da inutili ammiccamenti felliniani). Piaccia o no il musicista di Correggio, Radiofreccia è un bel film, ben costruito (al punto che qualcuno all'uscita della pellicola ne mise in dubbio l'effettiva paternità di Ligabue), che narra con piglio scorrevole e con una scelta dei tempi azzeccata una storia che fa presa sullo spettatore.
Sembra una commedia, la vicenda dei quattro amici di provincia (la profonda provincia emiliana e non poteva essere altrimenti) con le loro serata al bar, i loro scherzi, i finti duelli da film western (divertentissima la scena, con il pistolero vincente che offre da bere a tutti, anche al "cadavere" dello sconfitto prontamente rialzatosi). E sono proprio i personaggi di contorno, quelle figure tipiche della provincia italiana, a metà tra il tragico e il comico (c'è una canzone del Liga che li descrive in modo toccante Walter il Mago, ci sarebbe stata assai bene tra queste immagini), che arricchiscono la visione, figure tratteggiate con grande bravura, con la dimestichezza di chi quei personaggi ha conosciuto davvero.
Sembra una commedia, dicevamo, ma è solo apparenza: la storia - anzi le storie - narrate sono storie di disperazione, di ragazzi che lottano per una vita migliore ma spesso si arrendono di fronte a una vita che di loro sembra non volerne sapere. Così Vito cerca di ammazzare il padre per difendere la sorella dai suoi abusi, Iena sposa una ragazza che lo tradisce già il giorno delle nozze mentre Boris si rivela un cinico profittatore della donna altrui e non solo. E Freccia, il protagonista, lo spaccone che cerca di conquistare ogni ragazza ma con dentro il cruccio di una madre alquanto "allegra" e di un padre morto troppo presto, non trovando risposte ai suoi drammi interiori si getta nelle braccia della droga. Lo potrebbe salvare l'amore di Marzia, dolce e devota, ma l'amore spesso non ha né i tempi né le facce che vorremmo e Freccia si innamora della egoista e superficiale Cristina. "L'amore rende soli" come dice un altro grande del Rock targato Italia e quella delusione è la mazzata che porta Freccia al suo tragico atto conclusivo.
Alla fine l'unico personaggio veramente "positivo" di tutta la storia è Bruno, grande amico del protagonista e fondatore della Radio che dà il titolo al film. La chiamerà Radioraptus ma poi in onore dell'amico scomparso sarà Radiofreccia.

Sulla colonna sonora

Doppia colonna sonora per questo film, da una parte una raccolta di successi anni '70, bei titoli e buona scelta ma anche abbastanza scontata (anche se le note della mitica Sweet Home Alabama sullo sfondo della campagna nostrana sono un bel colpo al cuore). Dall'altra le musiche originali di Ligabue, molto belle. Non parliamo solo della struggente Ho perso le parole che ormai è uno dei suoi pezzi più amati ma anche degli intermezzi musicali in cui il Liga tira fuori tutta la sua anima blues. E tra una nota e l'altra salta fuori il fantasma di Neil Young come in Certe Notti.......

Su Luciano Ligabue

Bravissimo, peccato che non sarà in grado di ripetersi nel successivo da Zero a Dieci. Riporto di seguito una sua frase sul film, credo che dentro ci sia tutto:  
Io credo che fare il regista sia una cosa molto lontana dalla mia natura. La musica è un'esperienza più immediata. Il cinema ha a che fare con i filtri, con la progettazione, e quelli non sono i miei modi. Però ho sentito che era un'offerta che non potevo rifiutare. Volevo raccontare una storia, volevo immortalare un mondo e ricordare i miei quindici anni, e quello era il modo migliore di farlo.

Su Stefano Accorsi

Personalmente non l'ho mai stimato molto ma gli va dato atto di aver dìfatto una buonissima prova

Su Luciano Federico

Bravo questo attore, credo che non abbia avuto la fortuna che avrebbe meritato

Su Francesco Guccini

Una partcina di pura stima, nella parte del barman Adolfo (ma noi sappiamo bene che il suo vero nome è Mario.....)

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