Regia di Renzo Arbore vedi scheda film
Renzo Arbore: cantautore a volte geniale, realizzatore e presentatore di programmi televisivi da annoverare tra i più intelligenti ed esilaranti prodotti in Italia, aventi un sottile umorismo, una graffiante satira ed un cast di comici in stato di grazia di cui i programmi odierni non usufruiscono più. Ha saputo rilanciare la canzone napoletana nel mondo( impresa in cui , assieme alla sua Orchestra Italiana , ha messo tutte le sue forze e tutto il suo cuore, uscendo vincitore perfino in Giappone), è il genitore artistico di artisti del calibro di Roberto Benigni e Mario Marenco, è l'inventore del proverbiale cazzeggio artistico( forse, paradossalmente, la sua più grande creazione, a cui buona parte dei comici odierni si affidano e nei cui confronti devono essere grati) e il riscopritore dell'improvvisazione, si è perfino classificato secondo al Festival di Sanremo con una canzone, IL CLARINETTO(che, quando ero piccolo, ascoltavo in continuazione) basata su doppio-sensi di carattere sessuale abbastanza espliciti. In altre parole: un picco di luce e allegria in quell'immenso triste mare che è la televisione italiana, monotona e squallida, basata sui soliti tormentoni e sugli stessi quiz di sempre (quest'ultimo, per' altro, format televisivo inventato e creato dallo stesso Arbore con intenti comici , frainteso dai produttori televisivi come un evento serio e importante da mettere a base del 50% dei prodotti televisivi italiani, di allora e di oggi. In seguito Arbore ci ha chiesto però scusa , capendo il suo errore nell'avere inventato ciò che oggi si può definire come un vero e proprio fenomeno di massa , pericoloso per la nostra pazienza quanto la bomba atomica per il pianeta, e quindi noi lo perdoniamo...). Cosi, oltre che perdonarlo(vedere parentesi) bisogna anche ringraziarlo, e rivalutare i suoi prodotti, ormai rari da trovare ,e non, come fanno in molti, denigrarli e basta. Il Pap' occhio è uno dei pochi mezzi per poter rivedere su schermo la sua inventiva, il suo carisma e il suo stile innato, e quindi una buona occasione per chi ancora non lo conosce e per chi invece già lo apprezza. E questo conferma Il Cinema come uno degli unici mezzi di comunicazione a rimanere nel tempo, a far rimanere vive, nella mente dello spettatore, alcune persone altrimenti completamente dimenticate. Ed era ovvio che i produttori inducessero Arbore alla realizzazione di un film, dopo l'immenso successo dell'Altra domenica. Ma cosa realizzare per non dare il senso di ripetizione o per non far sembrare l'impresa solamente un azione a scopi economici? Le idee sono poche, il tempo passa , il nostro si scoraggia sempre di più: un atmosfera angosciosa per lui, che ha ormai paura di rinunciare, di dover dire di no. Ma dopo cosa avrebbero detto di lui? Per che cose sarebbe passato? Per un autore senza idee, senza inventiva? Le idee c'erano, ma non erano quelle giuste. Come fare? E cosi il signor Iddio, sempre buono e comprensivo nei confronti dei bisognosi , gli fa fare un sogno bizzarro. Appena sveglio Arbore telefona a Isabella Rossellini( nel film dolce e incantevole, nonché protagonista di una delle uniche scene alla fine poi tagliate dalla censura)e le dice, trionfante, che ha trovato l'idea per il suo film, un idea improvvisata e rischiosa, che però lo entusiasta: fare un film in cui il Papa chiama lui e la sua combriccola per metterli a capo di un improbabile Tele-Vaticano. I consigli negativi di alcuni suoi illustri conoscenti( su tutti Sergio Corbucci) non lo hanno distolto dal suo obiettivo, e cosi comincia a scriverne la sceneggiatura assieme a Luciano De Crescenzo, con cui , tra un foglio scritto e l'altro, ride, scherza e manda avanti quell'idea di cazzeggio, di goliardia cha lo hanno accompagnato in tutta la sua carriera. Il risultato è questo pap'occhio,un film caratterizzato, bisogna dirlo, da una regia e una fotografia di stampo televisivo non proprio esaltanti( d'altronde per lo showman si trattava della prima volta dietro alla macchina da presa...),girato un po' alla carlona, raffazzonato:tutti difetti che, però, finiscono con il diventare pregi in un opera nella quale nulla è perfetto,che non è e non vuole essere ne irriverente ne satirica( nonostante sia stata levata dalle sale cinematografiche dopo pochi giorni ,e messa sotto processo), ma piuttosto autoironica, un autoironia che risulta efficace e giocosa. Ne é venuto fuori un gustoso miscuglio di omaggi alla slapstyck comedy, citazioni, autocitazioni , trovate bizzarre( e surreali),rimandi alla commedia all'italiana( nella rappresentazione di un pittoresco gruppo di persone alle prese con un compito superiore alle loro forze) e cadute nel trash puro in cui non stona neppure Milly Carlucci nei panni di una suora .Cosi' , dopo L'altra domenica, Arbore realizza un film che si', si può classificare come una delle tante commedie basate su tormentoni e farsa realizzate in Italia durante gli anni 80, ma che non solo è migliore rispetto ai vari Fracchia e ai sequel ormai irritanti della saga di Fantozzi: è anche meglio di molto altro cinema italiano comico dell'epoca( volgare, grossolano, scontato,salvo qualche rara eccezione...) ,nonché del film che Arbore girerà in seguito, quasi subito dopo questo( F.F.S.S ovvero cosa ci stai a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene, titolo che, per lunghezza rimanda ad alcuni di Lina Wertmuller, prodotto comunque dotato di un ottimo gruppo di caratteristi ,ricco di invenzioni e annotazioni). Perché IL PAP'OCCHIO , nonostante risulti una pellicola sgangherata e a tratti tirata per le lunghe , possiede un umorismo sincero,genuino, senza intellettuali pretese, attuato al solo scopo di divertire ( divertire chi il film lo guarda e chi il film lo ha realizzato ,rimandando, in qualche modo, all'avanspettacolo, alle pellicole rivistaiole anni'50), un uomorismo che trasmette bene l'atmosfera del periodo e regala pezzi da mandare a memoria,( vedasi la canzone NON CORRERE PAPA', oppure il monologo di Benigni sul Giudizio Universale, inizialmente statico,proclamato con un ritmo che rallenta piano piano, esaltando,così, la comicità e il senso di improvvisazione del comico toscano. Ecco, si può dire che buona parte del film sia costruito su di lui, a cui dobbiamo il successo economico e di cassetta , ma forse anche qualcosa in più. Perché è quello che meglio rappresenta lo spirito del gruppo e dell'impresa: un vero e proprio folletto infantile e capriccioso, irriverente e scatenato :il suo dialogo con il cardinale Richelieu vale tutto il film...)finendo con il creare un nuovo genere cinematografico,che,nonostante i vari limiti, funziona egregiamente. Uno scherzo cinematografico insospettabilmente decente,piacevolmente goliardico, in linea con il suo illustre antecedente televisivo. Da annoverare i cammei di Mariangela Melato(grande signora del cinema italiano e da sempre unita da questioni sentimentali ad Arbore)e di un ammutolito Martin Scorsese(ebbene si' ...proprio lui, allora compagno della Rossellini:la sua apparizione è una vera e propria chicca), nonché tessere una lode per le intramontabili Sorelle Bandiera, gli irresistibili Mario Marenco,Cesare Gigli( l'insegnante di italiano) e andy Luotto( alle prese con la statua di San Simeone..) , per l'esordio del Terrunciello Diego Abatantuono( che tenta di spiegare maldestramente la Divina Commedia, e ricopre il ruolo di successore, tra virgolette, dell'Arcangelo Gabriele),per una dolce e comprensiva isabella Rossellini e per il gruppo di neri canterini(il coro del film), che con il loro ritmo e la loro innata simpatia, accompagnano il susseguirsi di vicende più o meno ilari create da Arbore & co. Infine ottimi il teatrante Graziano Giusti e Manfred Freyberger, l'attore che interpreta il Papa, morto poco dopo la fine delle riprese, che tutti ricordano come una persona dolce e sensibile( e noi con loro), e di cui manteniamo un ricordo proprio grazie a questo film, un film che nonostante le critiche negative( anche se perfino artisti del calibro di Federico Fellini lo hanno saputo apprezzare)e i pur evidenti difetti diverte e mette allegria, buon umore, rimanendo fresco e godibile ancora oggi(certo, se non si hanno troppe pretese...). Voto:7/10.
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