Regia di Shekhar Kapur vedi scheda film
Definirlo una biografia sarebbe pretestuoso. L'elenco delle imprecisioni, degli errori e del mancato attenersi ai fatti documentati sarebbe interminabile. Piuttosto può essere considerato un dramma a carattere storico, che utilizza nomi ed eventi realmente accaduti riadattandoli per i propri scopi, in una trama romanzata che si focalizza sulla commistione fra sentimento, religione e politica. Pur con qualche innegabile eccesso e cliché.
Tuttavia questo film vanta una forza dirompente nel cast di attori, soprattutto alcuni. Impressionante è notare, confrontando i volti scelti oggi con i quadri dipinti all'epoca, quanto certe associazioni siano particolarmente indovinate. Dei veri e propri sosia, la somiglianza dei quali è ancor più accentuata dagli ottimi costumi, fedeli riproduzioni di quelli ritratti. Sì, dal punto di vista tecnico è ineccepibile. Sontuose ambientazioni, nell'incanto degli esterni e nella sontuosità degli interni, scene d'effetto e una grandiosa colonna sonora, tutto è esattamente come si vorrebbe che fosse.
Efficaci ma un po' sopra le righe, anche e soprattutto per come sono scritti i loro personaggi, Fanny Ardant (Marie De Guise), Vincent Cassel (Henri, Duca d'Angiò) e Daniel Craig (John Ballard). Solo discreti, invece, James Frain (Alvaro de la Quadra) e Joseph Fiennes (Robert Dudley, Conte di Leicester), dai quali si poteva pretendere di più. Decisamente migliore, per fortuna, è la prova di Kathy Burke (Mary I d'Inghilterra) e Richard Attenborough (Sir William Cecil). Fino ai brillanti Christopher Eccleston (Thomas Howard, il Duca di Norfolk) e Geoffrey Rush (Sir Francis Walsingham), in grado di rendere memorabili i ruoli loro assegnati.
Volutamente lasciata per ultima, la sovrana indiscussa (in tutti i sensi) di quest'opera è ovviamente Cate Blanchett (Elizabeth I d'Inghilterra). Sublime, intensa, calata nella parte con credibile partecipazione e convinzione, ella ripaga appieno il tempo speso per la visione del film, che vale anche solo per apprezzare questa straordinaria attrice. I suoi ammiratori non perdano l'occasione. Solo merito suo è, infatti, se il mio giudizio ha raggiunto le quattro stelle.
Il racconto vorrebbe seguitar nell'infelice Elizabeth: The Golden Age (2007), che invito caldamente a risparmiarsi.
Inghilterra, 1554. La nazione è tormentata dall'instabilità finanziaria e religiosa. La cattolica regina Mary I, sentendosi vicina alla morte, intensifica la lotta al protestantesimo. Anche Elizabeth, sorella minore e legittima erede al trono, viene perseguitata. Tuttavia, il tentativo di condannare Elizabeth per tradimento fallisce e, alla morte di Mary, ella viene incoronata regina. Nel frattempo, l'Inghilterra è alla bancarotta ed è minacciata seriamente dall'ingerenza straniera. Anche all'interno della corte si annidano molti nemici, il più potente dei quali è il Duca di Norfolk.
David Hirschfelder ha un buon talento e lo dimostra ancora una volta con queste sue composizioni. Le sue suggestioni sono di sicuro impatto emotivo, ben riflettendo il carattere della protagonista e la sua solennità.
Non dico ai livelli di un documentario, ma, trattandosi di una figura storica, un minimo di accuratezza e veridicità in più non avrebbe certo guastato la qualità. Anzi, è vero il contrario, credo.
Ha saputo gestire un adattamento non facile e, secondo me, può ritenersi abbastanza soddisfatto.
L'immensa Elizabeth I d'Inghilterra, regge da sola il film e ne giustifica la visione. Eccezionale recitazione.
Il magnetico Sir Francis Walsingham. Ottima prova, seconda soltanto a quella di Elizabeth.
Thomas Howard, il Duca di Norfolk, riesce anch'egli a bucare lo schermo per carisma.
Robert Dudley, Conte di Leicester, tramutato nel suo tipico ruolo in costume.
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