Regia di John Milius vedi scheda film
E' pericoloso rivedere un film che, nel bene o nel male, è stato un mito di gioventù. Eravamo sempre almeno una decina in questa stanza trent'anni fa quando, vuoi per la verde età, vuoi per la stupidisia contagiosa, vuoi per il rito collettivo, questa pellicola ci era tanto cara. Adesso, in questa stessa stanza, dopo tanto tempo, da solo, questo film per certi versi è un pugno nello stomaco. Passi il ritmo a singhiozzo della narrazione (probabilmente causato anche dagli innumerevoli tagli), passino i grezzi collegamenti logici, ma è nel reparto femminile che si sconfina decisamente nel ridicolo. All'inizio abbiamo Nadiuska (un nome, un programma) alta, esile, eterea, bellissima, appena scesa da una passerella d'alta moda, che interpreta la madre di Conan ragazzino in un villaggio di trogloditi; altamente improbabile. Poi arriva Cassandra Gava (o Gaviola), attrice americano/filippina che, abbigliata come in un peep-show è la strega che seduce il giovanottone ormai nerboruto. Last but not least, ecco la co-protagonista nelle vesti succinte di Sandahl Bergman, che sarà pure bella, alta, affascinante ed aggraziata, dati i suoi trascorsi da danzatrice, ma sfoggia dei capelli biondi tinti, laccati e phonati da anni '80 che fanno sbellicare dalle risa. Nonostante queste discutibilissime scelte ed altre ingenuità varie, tra le quali spiccano i due luogotenenti di Thulsa Doom, che sembrano due metallari della prima ora, il film si fa perdonare per il fatto di essere una pellicola di genere, per una regia a tratti interessante e per i riferimenti artistico-letterari tra i quali spicca, a mio avviso, il richiamo all'opera del grandissimo Frank Frazetta, che fu il principale responsabile del successo dei libri di Conan, di cui disegnò le copertine già dal 1966, e ne definì l'iconografia.
Note felici per quanto riguarda il cast: Arnold Schwarzenegger se la cava bene probabilmente perché il suo copione è ridotto a poche righe, James Earl Jones è un ottimo villain, Max Von Sydow nelle vesti del re Ozric è magistrale ed il surfer hawaiano Gerry Lopez nonostante sia al debutto fa un'ottima figura.
Note di merito sono inoltre doverose per il production design di Ron Cobb, che si inventa una civiltà traendo spunto da innumerevoli elementi del passato, mentre un capitolo a parte merita la colonna sonora di Basil Poledouris, ispirata a Ròzsa (Quo Vadis), Orff (Carmina Burana), Holst (Jupiter) e Prokofiev (Alexander Nevsky) e che è ormai considerata una delle migliori mai scritte per il cinema.
Voto: 73/100
Tratta dalle storie di Robert E. Howard, la vicenda è ambientata nell'Era Hyboriana e racconta di Conan, un ragazzino che all'inizio del film viene istruito dal padre sul dio Crom, sulla storia del loro popolo e sul segreto della trasformazione del ferro in acciaio. Un giorno però il villaggio in cui vivono viene attaccato da una gruppo di cavalieri misteriosi, che uccidono tutti gli adulti (compresi la madre ed il padre di Conan) e traducono i bambini in schiavitù. Conan cresce fortificato da lavori pesantissimi, affina in seguito il suo talento di guerriero partecipando a combattimenti all'ultimo sangue ed una volta ottenuta la libertà sbarca il lunario facendo il ladro in comunella con Subotai, un arcere ircaniano, e Valeria, che diventerà la sua donna. Ma il suo pensiero fisso è sempre di vendicare la morte dei genitori....
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