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The Last Porno Show

Regia di Kire Paputts vedi scheda film

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La recensione su The Last Porno Show

di alan smithee
5 stelle

TFF 37 - AFTER HOURS

Wayne è un aspirante attore che si dedica a questo suo interesse a livello poco più che amatoriale, con compagnie di fortuna.

Il giorno in cui si ritrova a dover gestire un locale ricevuto in eredità dal padre - da tempo abbandonato ed ora recentemente deceduto, iniziano per l'uomo i veri problemi esistenziali.

Innanzi tutto per il fatto che il locale è l'ultimo cinema porno ancora in attività a Toronto: un locale trasandato e demodé, frequentato da poche persone e molto poco raccomandabili all'apparenza.

La tentazione di farsi prendere la mano da progetti speculativi che prevedono la cessione del fatiscente immobile ad uno scaltro immobiliarista in odore di fiutare l'affare, è molta, ma Wayne, cominciando a frequentare il luogo per predisporsi alla chiusura dello stesso, finisce dapprima per fare scoperte sconcertanti riguardo al ruolo molto attivo del padre nella produzione dei film a luci rosse proiettati, e poi a immedesimarsi nell'opera stravagante e sopra le righe portata avanti dall'uomo, a quale si può annoverare quasi un ruolo sociale di accentramento e condivisione di momenti di pseudo-serenità da parte di personaggi a metà strada tra il derelitto e l'asociale.

Per Wayne sarà l'occasione per riavvicinarsi - seppur tardivamente - alla stravagante figura genitoriale per molto, troppo tempo tenuta da nascosta o addirittura disprezzata.

Dietro la direzione del canadese disinvolto Kire Paputts, alla sua seconda prova cinematografica dopo l'apprezzato The Rainbow kid, The last porno show, come avveniva in modo esemplare e magnifico in Goodbye Dragon In di Tsai Ming Liang, riporta la sala cinematografica decadente ed in chiusura al centro di una storia che si destreggia tra la presunta depravazione del genere a cui essa è dedicata, e i crucci esistenzial-familiari che hanno separato la famiglia del nostro disorientato protagonista.

Il regista dimostra di saper osare, di non tirarsi indietro con inutili ostentazioni pudiche incongruenti col contesto, ma anzi lanciandosi nella rappresentazione di immagini o situazioni davvero a serio rischio censura; ma la sua storia, pur pervasa da un certo piglio di humor apprezzabile, non riesce mai a coinvolgere o ad entusiasmare quanto poteva far sperare sulla carta, anche a causa di un atteggiamento troppo sentimentalmente corretto e troppo poco cinico che invece avremmo gradito in questo contesto, e trovato coerente con l'ambientazione e il carattere dei personaggi di contorno.

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