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Murmur

Regia di Heather Young vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Murmur

di alan smithee
6 stelle

LUCCA FILM FESTIVAL & EUROPA CINEMA

Una donna non più giovane, sola e alla affannosa ricerca di riprendere un rapporto almeno via cavo con la figlia ribelle, da cui si è completamente estraniata, viene condannata, a seguito di una condanna per guida in stato di ebbrezza, ad effettuare una collaborazione con un canile, in relazione alle attività socialmente utili.

In loco la donna, che collabora con estrema diligenza assolvendo ogni più umile dovere di pulizia, inizia ad affezionarsi agli animali randagi (per lo più gatti e cani), che la struttura accoglie e custodisce.

 

 

Dopo un paio di affidi condivisi, la donna inizia a prendersi iniziative di salvaguardia di un numero sempre più elevato di ospiti, sinché la situazione inizia a sfuggirle di mano, fino a venir costretta a liberarsi degli animali e a tornare al suo stato di partenza, completamente in solitudine.

Attraverso le vicissitudini di questa figura dolente e dolorosa di donna sola, il film riesce in modo esemplare a raccontare il disagio e il vortice di caduta libera che l'abbandono può creare, e nello stesso tempo far luce sulla imperturbabilità di talune strutture pubbliche che, sorde ai richiami della necessità, si trovano ad agire per protocollo senza comprendere le reali necessità della vittima, né l'importanza che un animale di compagnia spesso può comportare per alleviare la sofferenza dell'abbandono e della più straziante solitudine.

 

 

Con uno stile documentaristico efficace e sin esemplare, l'esordiente Heather Young ci tratteggia un ritratto tutt'altro che gradevole ed accattivante di personaggio, la protagonista sovrappeso e un po' traballante dall'obesità di nome Donna, dal quale tuttavia straripa un sentimento umanità e un doloroso, a stenti trattenuto, grido di aiuto, reso spesso inascoltato da altre, di fatto ben più vane, priorità come l'esigenza di sottrarsi ad una dipendenza da alcolici, di fatto già sostituita da un affetto sconsiderato per i trovatelli a quattro zampe. 

Ed è fantastica la presunta non-attrice protagonista Shan MacDonald a tratteggiare un personaggio in bilico verso un precipizio esistenziale senza ritorno, lei con quel suo sguardo assente e stanco, sfiduciato e timoroso, ma anche dignitoso, non molto dissimile, per tenerezza suscitata, a quello dei suoi emarginati ospiti, a cui ella regala vitto ed alloggio, oltre che un amore sconsiderato ed autentico, ripagato da un calore affettivo che non ha prezzo. 

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