Regia di Sophie Deraspe vedi scheda film
Il nome dato dalla regista canadese Sophie Deraspe ai personaggi di questa storia, ovviamente, non è casuale: Antigone è, per sua stessa ammissione, una rivisitazione della tragedia di Sofocle aggiornata, secondo la sua sensibilità laica, a questa epoca segnata da grandi flussi migratori.
Dopo la tragica morte dei genitori, la sedicenne Antigone si è trasferita insieme alla nonna, alla sorella e ai due fratelli maggiori, da una città mediorientale a Montreal, in Canada, dove vive in un quartiere povero e coltiva dignitosamente la propria passione per la poesia, segnalandosi come studentessa modello al liceo che frequenta. Perfettamente integrata nella società, ha cominciato a vedersi con Haemon, figlio di un personaggio in vista e di due anni più grande di lei. Quando però Eteocle, il più grande dei fratelli, viene ucciso dalla polizia che ha scambiato il cellulare che ha in mano per un'arma, il mondo le cade addosso, e a peggiorare la situazione è il fatto che ciò è accaduto durante l'arresto per spaccio dell'altro fratello, Polynices, che subito dopo il misfatto si è scagliato contro i poliziotti aggravando la propria posizione. Polynices, all'ennesima reclusione, difficilmente uscirà, anzi probabilmente verrà espulso, quindi Antigone decide di sacrificarsi per lui: taglia i capelli e copia i suoi tatuaggi con l'obiettivo di andare a fargli visita e sostituirsi a lui, dando a lui la possibilità di scappare e confidando, per sé, nella possibilità di ottenere delle attenuanti essendo incensurata.
Il nome dato dalla regista canadese Sophie Deraspe ai personaggi di questa storia, ovviamente, non è casuale: Antigone è, per sua stessa ammissione, una rivisitazione della tragedia di Sofocle aggiornata, secondo la sua sensibilità laica, a questa epoca segnata da grandi flussi migratori. È Antigone il fulcro della storia, così come lo è la sua personale battaglia in difesa di quel fratello altrimenti destinato a venir rispedito nel paese da cui è scappato: un fratello che non è uno stinco di santo, spacciando coca per la gang 'habibis', come immacolato non era nemmeno il maggiore, quello finito ucciso, la cui fedina penale era pulita solo perché, essendo ad un livello più alto, lasciava ad altri il lavoro sporco. Deraspe ci fornisce queste informazioni attraverso un agente che interroga Antigone, ma dopo averlo fatto torna a metterle sullo sfondo, non perché non voglia dargli rilevanza, ma perché è ad Antigone, alla sua battaglia e al suo esclusivo punto di vista che consegna idealmente la propria telecamera: a prescindere dalle colpe di cui i suoi fratelli si sono macchiati, quel che resta è il fatto che uno è stato ucciso ingiustamente dallo stato e l'altro messo dentro dopo averlo difeso. In tempi di internet e social network, la battaglia di Antigone in difesa della propria famiglia e contro un'autorità ingiusta che soffoca la libertà ed uccide, divengono virali come virale diviene la solidarietà tra tutti coloro che ne subiscono l'arbitrio.
Ad impersonare questa eroina antica e moderna, che mette la salvezza della propria famiglia davanti alla sua stessa vita e che antepone i sentimenti alle leggi degli uomini, e la cui strabordante energia è amplificata dall'esilità del fisico, è l'ottima e finora pressoché sconosciuta Nahéma Ricci.
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