Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
Totò è ormai anziano e non capisce questi giovani capelloni che cantano il rock e il twist. Una sera in balera si avvicina ad alcuni di loro e ne viene presto convertito: Totò si lascia crescere una chioma fluente si dedica allo stile di vita scatenato dei giovani. Finisce però al commissariato.
L'ultimo progetto artistico di Totò fu una serie di mediometraggi televisivi dal titolo Tutto Totò; questo Totò Ye Ye vi appartiene di diritto, pur essendo in realtà più un musicarello-spottone per le principali case discografiche del periodo che una raccolta di sketch comici del principe della risata, come gli altri episodi della serie invece sono. Al di là di qualche battuta qua e là, infatti, l'unico intervento rilevante del protagonista è la sequenza al commissariato, nella seconda parte del film; per il resto, prima e dopo c'è solo spazio per i cantanti del momento che si esibiscono nei più popolari 45 giri in promozione. C'è Mina, c'è Patty Pravo, c'è Tony Renis, ma ci sono anche attori come Gianni Bonagura, Mario Castellani, Didi Perego, Gianni Agus, Ferruccio Amendola e, nel consueto cameo, Jimmy il fenomeno. La durata ristretta (40 minuti a fronte dei 50 degli altri film di Tutto Totò) lascia pensare che la lavorazione fosse stata interrotta anticipatamente (e rimpolpata con materiale canoro a casaccio, appunto). Daniele D'Anza si occupa della regia, mentre la sceneggiatura è firmata da Mario Amendola e Bruno Corbucci. L'operatore alla macchina è il giovane Vittorio Storaro. 2/10.
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