Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
L'idea centrale da cui nasce Gallo cedrone è semplicemente una variante sul tema classico di Verdone, quello che lo ha reso celebre e che ha cavalcato per tutta la sua carriera: il tema è la galleria di macchiette, la variante consta del ripercorrere la movimentata vita di un uomo mettendo in scena numerose caratterizzazioni - anche piuttosto distanti fra loro - che ne rappresentano le diverse fasi dell'esistenza. In sostanza, un Verdone alla enne e non è sicuramente un caso la clamorosa assonanza del titolo del film con il nome del protagonista. Che è anche regista e, come sempre nei suoi lavori, sceneggiatore insieme alla coppia Benvenuti/De Bernardi e a Pasquale Plastino. Tanto per aumentare la visibilità dell'autore/protagonista attorno al quale tutta la pellicola ruota, nel cast non c'è alcun nome di rilievo (i maggiori, ed è tutt'un dire, sono quelli di Paolo Triestino e di Regina Orioli); la storia poi sembra un banale rimpasto di sketch verdoniani già visti e rivisti (le avances burine alle ragazze per strada, il fascino irresistibile di Verdone di fronte a qualsiasi donna, etc.). Insomma, Gallo Cedrone parte con l'intento pressochè dichiarato di mettere in mostra lo sfavillante repertorio dell'attore romano e finisce tristemente con il ripercorrere vecchie gag risapute in maniera stanca verso un finale addirittura populista e scarsamente fantasioso (Verdone 'berlusconizzato' che si candida in politica: ma nessuna frecciatina chiara, sarebbe una mossa troppo coraggiosa per un prodottino di tale spessore). 3/10.
Un italiano in medio oriente viene rapito e condannato a morte; è un volontario della Croce rossa. Gli amici ne ricostruiscono la vita: cane sciolto e incallito donnaiolo, uomo di mille esperienze, tutte fallimentari.
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