Regia di Joe Dante, Carl Gottlieb, Peter Horton, John Landis, Robert K. Weiss vedi scheda film
Nonostante la firma a dieci mani, il cervello dell'operazione è John Landis, che si riallaccia, anche grazie agli sceneggiatori Michael Barrie e Jim Mulholland, all'esperienza di "Ridere per ridere" (1977). Pot-pourri di episodi con scarsi legami tra loro, il film di Landis e Dante dà il meglio quando satireggia il rapporto tra l'uomo e la televisione e soprattutto l'intrusione di quest'ultima nella vita privata dell'uomo medio americano dei nostri tempi. In tal senso, gli episodi migliori sono, a mio parere, quello (Murray in Videoland) dell'anziano che, a causa di un telecomando molto particolare, entra nei programmi televisivi, chiedendo alla moglie Selma di farlo uscire (eccetto quando si trova in compagnia di una coniglietta in una sorta di parodia del Playboy Show), nonché l'episodio L'angolo della critica, nel quale due spocchiosi critici televisivi disquisiscono in maniera sprezzante della vita privata di un pover'uomo che sta guardando la TV, fino a prevederne e causarne la morte, dando origine, poi, ad un funerale-spettacolo che terrà il cartellone per diverse settimane.
"Donne amazzoni sulla luna", seppure lontano da vette quali "Animal House" (1978) e "Blues Brothers" (1980), è uno spettacolo dignitosissimo, contenete ottimi momenti di umorismo demenziale, come il film di fantascienza anni cinquanta (quello che dà il titolo all'intera silloge), e come il film erotico interattivo, introdotto da Russ Meyer, nella parte del gestore del videonoleggio. Molto divertente anche gli episodi Ospedale (con Michelle Pfeiffer e Griffin Dunne, quest'ultimo nella parte di un medico incompetente e idiota) e Il figlio dell'uomo invisibile, in cui Ed Begley Jr. interpreta un novello Calandrino. (8 agosto 2008)
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