Regia di John Carpenter vedi scheda film
Portatore di un cinema fantastico battendo spesso i sentieri dell'horror, le pellicole di Carpenter si sono sempre distinte dalla concorrenza sin dalla fine degli anni 70' per una loro attitudine "socio-politica" che non mancava quasi mai nei suoi film, seppur ha sempre dovuto lottare con le unghie e con i denti per produrre i film, poichè molto spesso essi non avevano successo ai botteghini.
A metà anni 90' qualcosa si deve essere rotto defintivamente, tanto che il regista oramai distante dai gusti del pubblico odierno ed impossiiblitato ad avere libertà creativa dati i ripetuti flop al box office, per lavorare ha dovuto accettare di dirigere opere su commissione e Vampires (1998) è una di queste.
Carpenter anche in un film tutto sommato discreto non si dimentica la sua poetica, così pur girando a conti fatti un horror, in realtà si rifà in tutto e per tutto ad un vero e proprio western classico alla Howard Hawks e John Ford.
Vampires è una sorta di western dal vago sapore di road movie, dove al posto di sceriffi e pistoleri, abbiamo una squadra ammazza-vampiri al servizio della chiesa cattolica e capitanata da Jack Crow (James Woods) e un gruppo di vampiri capitanato dal loro gran maestro Valek (Ian Griffith), che cerca un modo di diventare totalmente immortale anche se esposto alla luce del sole.
Siamo innanzi quindi ad un puro B-movie girato con più budget rispetto alla media (intorno ai 20 milioni), con una fotografia dai toni accesi, l'azione che non manca e il sangue abbondante, tanto da ritrovarsi innanzi al film più violento di tutta la carriera del regista. Buono James Wood super caricato ed iconico, seppur non così riuscito come altri protagonisti Carpenteriani (Kurt Russell resta irraggiungibile), promosso anche Daniel Baldwin, mentre più sottotono Ian Griffith imprigionato in un personaggio piatto e Sheryl Lee che ha un bel corpo da urlo, ma le sue doti recitative ed espressive lasciano a desiderare e non è un caso che oggi ce la si ricorda solo per il ruolo di Laura Palmer dove infatti interpreta un personaggio morto.
Gente squartata e trapassata in abbondanza, così come tante belle donne in tooples danno una buona miscela di sangue e sesso che quando c'è di mezzo il mito del vampiro non dovrebbe mancare mai. Vampires paga sicuramente il pegno di una sceneggiatura che non vuole soffermarsi troppo sui personaggi, tanto da partire a folle velocità sin da subito con Jack Crow e la sua squadra che arrivano in una casa ed ammazzano un gruppo di vampiri, più che la penna è la macchina da presa del regista che ci si sofferma cercando di dare un'inquadramento più marcato emoderno al ruolo dell'ammazza-vampiri che si muovono jeep e fugoni, armati con pistole e balestre. Il regista in controtendenza rispetto ad alcune pellicole sui vampiri come Intervista sul Vampiro (1994), riporta tale figura alle origini, tratteggiandole come belve scatenate mosse in virtù dalla loro sete di sangue.
Questa ricerca veloce impedisce però di andare oltre ad una pellicola godibile, che soffre di un tratteggio troppo veloce dei personaggi e poco incisivo, non riuscendo a dare altro. La satira verso la Chiesa cattolica e critica verso la sua autorità non manca anche in un B-movie come questo, ed è incarnata da uno degli antagonisti che non dovrebbe cercare l'immortalità come Valek, poichè dovrebbe raggiungere il suo Dio morendo, solo che alla fine tale personaggio è facilmente intuibile chi sia ed è trattato sbrigativamente come tutto il resto. La magagna maggiore del film deriva quindi dalla sceneggiatura a cui il regista non ha potuto mettere mano sicuramente ed infatti il risultato è scontato. Anche Carpenter stesso comunque incepisca in un montaggio di dissolvenze incrociate che fà troppo demodè in alcune scene d'azione come idea artistica, ma qua e là quando può mostra il suo stile come ad esempio nel lirico e amaro finale che riesce a risollevare un film che sino a quel momento era per lo più su binari modesti.
Discreto successo di incassi in tutto il mondo ma non troppo, se non altro permette al regista di risollevarsi al botteghino dopo anni e anni di fallimenti, ma ciò non sevirà molto a Carpenter visto che alla fine i produttori lo emargineranno sempre più, tanto che per il cinema girerà solo altri due film.
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