Regia di John Carpenter vedi scheda film
Indubbiamente piegare un immaginario, quello del vampiro, alla propria visione autorale, è sinonimo di personalità, a prescindere che poi si incontri o meno il gusto dello spettatore. Carpenter gira un film crossover, a mezza via tra il solito western mascherato da horror, il film d'azione, il roadmovie. Ne esce fuori uno dei suoi episodi francamente meno riusciti, pur giocato sul sicuro, sfruttando tutti quegli elementi che hanno caratterizzato il suo cinema: un antieroe solitario e anarchico, l'assalto al fortino, la violenza spettacolarizzata, lo scadere del tempo, l'annientamento dei confini tra bene bene e male, le realtà sotterranee e le istituzioni (chiesa in primis) a celare verità scomode e sinistre. Fracassone e rockettaro (southern), Vampires è cafone all'inverosimile e non induce né all'ammirazione per un soggetto particolarmente originale, né per personaggi di spicco, né per trovate visive da ricordare. Funziona meno che altrove anche l'ironia volgarotta sparsa nei dialoghi. Risultato: un discreto prodotto ben girato, tutto qui. Resta riconoscibile uno stile, quello del regista californiano, che comunque tiene a galla la pellicola, polverosa e sudicia quanto basta. E se lo dice un fan del maestro…
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