Regia di John Carpenter vedi scheda film
Un grandioso horror-western (ce ne sono pochi in giro, uno si chiama "Pronti a Morire"...).Del mito della frontiera possiede quasi tutto: l'amicizia virile e rivale tra i due protagonisti (il loro ultimo saluto è da incorniciare!);i grandi spazi aperti; l'aridità e il deserto della sfida continua; le battute secche e rozze tipiche dei saloon; e tutto l'universo caratteriale dei mitici pistoleri.
Questa trasferta solare (Carpenter predilige le tenebre e l'oscurità), insiste anche su un nuovo cambiamento della produzione carpenteriana: i lunghi silenzi e le desolate riflessioni di tempo e di spazio (Halloween, Christine, Fog, The Thing) lasciano il posto alla frenesia e al ritmo di questi suoi ultimi due film, appunto "Vampires" e "Ghosts From Mars".
I vari aspetti del film, da quello religioso a quello erotico, da quello politico a quello individualistico, sono attraversati tutti orizzontalmente senza appesantirne nessuno. Così facendo il Maestro del New Horror ci ha regalato un film atemporale, dal fascino universale. Perchè in quegli spazi aperti, braccati dal deserto e dall'aridità, inseguiti dalla sterilità e dal vuoto, l'uomo è da solo a lottare per la sua sopravvivenza. La sopravvivenza dell'individualità intento, quella che la società bastarda (Bush, le guerre, le banche, le manipolazioni mediatiche...) sta cercando di toglierci.
Ma va sottolineata anche la grandezza di James Woods il cui Jack Crow è già un carattere d'antologia. Speriamo che torni...
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