Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Un violoncellista sposato con prole (Matt Dillon), in metropolitana, chiede a una sconosciuta che ora è. Da lì in avanti, la sconosciuta si sostituirà a lui in tutto e diventando indistinguibile anche di fronte ai famigliari. In soli dodici minuti, durata di questo cortometraggio, Yorgos Lanthimos riesce a ridarci uno spaccato della società in cui viviamo, attraverso la sua poetica metafisica e straniante. Il significato della storia, infatti, sembra palese: la vita routinaria delle metropoli, fatta di gesti sempre uguali, ci rende dei manichini praticamente identici, tanto che potremmo sovrapporci e sostituirci a vicenda senza alcun problema. Siamo di fronte, insomma, a un mondo alienante che toglie all’individuo la propria peculiarità. Un cortometraggio compiuto e affascinante come un film intero.
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