Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Losanna compie 500 anni e chiede un film celebrativo, come regalo, a Jean-Luc Godard.
Come sempre, Godard parla di Godard. Si dirà: nessuna novità, è la sua cifra stilistica, nonché il suo argomento preferito; d’accordo, però in questo caso il soggetto del cortometraggio doveva essere Losanna, che ha sovvenzionato il regista francese (ma svizzero di adozione, e che a Losanna ha vissuto) affinché licenziasse una breve pellicola celebrativa per la ricorrenza dei 500 anni dalla fondazione della città. Fra le righe, naturalmente, qualcosa di utile a Godard sfugge detto: mentre siamo intenti a vederlo montare il sonoro di un film, in voce off il regista ci racconta la sua idea di Losanna, di come pensando alla città si figuri essenzialmente due colori: verde e blu, e con qualche ripresa (incomprensibilmente al ralenti) della folla quotidiana nelle strade della città il Nostro liquida tutto ciò che a suo parere c’è da mostrare di più rappresentativo di Losanna. Ironico e provocatorio perfino in un film-omaggio, Godard decide infine di scrivere il testo del commento in forma di lettera che indirizza, come sostiene anche il titolo, al direttore della Cineteca Svizzera (di Losanna, per l’appunto) Freddy Buache. Undici minuti scarsi, con enigmatica dedica nella didascalia finale a Ernest Lubitsch e Robert Flaherty, due registi morti da tempo e che pare che nulla abbiano a che fare con Losanna. 5/10.
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