Regia di Nouri Bouzid vedi scheda film
VENEZIA 76 - SCONFINI A quasi vent'anni dal suo ultimo film, il regista tunisino Nouri Bouzid torna a dirigere una nuova, drammatica vicenda legata ad un recentissimo passato ancora troppo poco svelato, motivato dunque dall'urgenza di rendere pubblico un periodo buio poco noto che avvolse la Tunisia e alcune suoe centinaia di malcapitati abitanti, attraverso i misfatti razziali perpetrati dalla recente rivoluzione islamica degli anni '10.
La vicenda si concentra sulla figura di due giovani ventenni, Zina e Djo, tornate di fortuna al loro paese dalla Siria, dove hanno dovuto subire torture e violenze sessuali, dopo essere state rapite ed utilizzate, come tante altre connazionali che non sono riuscite a far ritorno, come oggetti di piacere ed appagamento a vantaggio esclusivo di una casta maschile oppressiva e senza pietà alcuna, né rispetto delle comuni regole di convivenza e rispetto dei diritti umanitari inviolabili.
In loco, pur difese da una tenace avvocatessa, nonché da una volontaria medico e da un insegnante omosessuale perseguitato, le due dovranno trovare le forze, fisiche ma soprattutto psicologiche, per riuscire ad elaborare, tra racconto e scrittura, tutto l'orrore che la mente non ha forse cancellato, ma celato, probabilmente per autodifesa, in una sorta di scatola nera nascosta chissà dove nei meandri della mente.
Il film riserva un buon ritmo e una tenace verve di denuncia che lo rende uno strumento militante schietto ed utile a svelare retroscena terrificanti e l'ennesima brutalità che la razza umana ancora una volta si è dimostrata in grado di portare avanti ai danni di propri simili.
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