Regia di Oliver Hermanus vedi scheda film
VENEZIA 76 - ORIZZONTI Nel Sudafrica di inizio anni '80, i ragazzi in età da leva, dai sedici in su, vengono costretti ad arruolarsi per due anni di massacrante servizio militare, al fine di rinfoltire i ranghi dell' esercito, all'epoca doppiamente impegnato in campo a fronteggiare il conflitto ai confini di stato con l'Angola, e la tremenda piaga segregatrice dell'Apartheid che, dagli anni '40 fino al 1991, risultò tra le misure ufficiali in pieno vigore nello stato meridionale africano a base nera, ma dominato da una minoranza di coloni bianchi latifondisti ed imprenditori facoltosi, determinati a tutti i costi a mantenere il potere economico e politico di quella ricca e vasta nazione.
Sottoposti ad una rieducazione marziale massacrante (rappresentata nel film con un training degno del Full Metal Jacket kubrickiano), seguiamo in particolare le drammatiche vicissitudini di Nicholas, ragazzo di buon cuore e buona famiglia che si trova invischiato in una barbarie in cui deve fare i conti anche col suo essere segretamente un "moffie", ovvero proteso ad avvertire attrazioni di tipo omosessuale. Circostanza, quest'ultima, che gli creò da adolescente già un grave trauma durante una circostanza pubblica che lo svergogno' po o più che bambino presso uno stabilimento balneare, e che ora lo fa gravitare verso un imminente pericolo discriminatorio non dissimile al barbaro trattamento riservato alla maggioranza nera.
Quarto lungometraggio del regista Oliver Hermanus, quello che ricordiamo per il riuscito The endless river, presentato in Concorso a Venezia 2015, Moffie si muove in bilico a volte vertiginoso, accostando con azzardo e tenacia svariate spinose e scottanti tematiche che accentrano su di sé il medesimo e drammatico trait d'union della discriminazione ed intolleranza tra razze e tra sessualità. Rischiando in più occasioni di accatastare eccessivante argomenti sulla graticola (quando si accenna all'abuso di stupefacenti per consentire ai giovani militari di superare lo stress da vita marziale portata alle estreme conseguenze, si teme davvero il peggio), Moffie riesce tuttavia a districarsi in qualche modo e ad arrivare, un po' zoppicando, fino ad un finale amaro, e solo in parte consolatorio.
Di fatto il film ha il merito di contestualizzare il racconto di un'epoca ormai lontana dai bagliori delle cronache, aprendoci la via per un resoconto appassionato e di certo piuttosto lucido su scontri e guerre intestine tra stati africani che non hanno avuto la possibilità di meritarsi un seguito cronachistico internazionale degno di piaghe devastanti come la già citata, odiosa e abominevole Apartheid.
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