Regia di Nunzia De Stefano vedi scheda film
A volte c'e' della poesia anche nelle vicende più cupe e squallide, quella luce in fondo al tunnel che sembra non finire mai e più lo si percorre e più la luce si allontana, rimanendo tuttavia come stella polare del proprio cammino esistenziale. E' quello che succede a Nevia, diciassette anni passati nel degrado di una periferia napoletana che potrebbe essere anche Manila, Caracas o Beirut. Quel degrado da cui si viene avvolti e da cui sembra impossibile sfuggire, a meno che si abbiano la determinazione e l'incoscienza dei diciassette anni e quel desiderio di trasgreessione di tutti gli adolescenti, qui declinato pero' al contrario, perche' trasgredire dove tutto è concesso può voler dire rifiutare un futuro matrimonio con il boss di quartiere, opporsi alle leggi della delinquenza, convivere con il rimorso per aver percorso la strada più facile ma che non prevede doppi sensi di marcia. Cosi' la fuga può essere anche un circo appena insediatosi in mezzo a rifiuti ed erbacce, e sognare di staccarsi da tutto e da tutti come la donna cannone di De Gregori. Una pellicola senza fronzoli, con un ottima giovane protagonista e la mano evidente di Matteo Garrone in qualità di produttore. Un viaggio in una realtà dove non farsi fagocitare dall'illegalità è spesso un'impresa titanica, e farlo a diciassette anni con una padre in carcere ed una madre morta è segno di una forza di volontà che il bellissimo, duro volto di Nevia esprime pienamente dall'inizio alla fine.
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