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Nevia

Regia di Nunzia De Stefano vedi scheda film

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La recensione su Nevia

di Furetto60
7 stelle

Dramma umano e sociale.Buona questa opera prima di Nunzia De Stefano

 Nevia è una adolescente volitiva e scorbutica, che abita in un container di Ponticelli, nell’hinterland più degradato di Napoli, insieme alla piccola sorellina Enza, alla nonna e alla zia Lucia, vicina di “container “. Dopo aver lasciato la scuola, la ragazza si dà da fare in ogni modo “legale”, per difendere la sua indipendenza e sfuggire alle brame degli uomini che la marcano stretta. La nonna, Nanà dovrebbe occuparsi delle due ragazzine da quando la madre è morta e il padre è in carcere. Solo che  Nanà è dedita a traffici illeciti e alla grossolana gestione di uno squallidissimo giro di prostituzione e poco attenta alle necessità delle nipoti. Spesso Nevia è costretta a riparare presso la zia, donna affettuosa e saggia, ma  che non può avere la tutela legale delle due ragazze, che quindi perlopiù sono lasciate in balia degli eventi e di uomini senza scrupoli, ma Nevia anche se ha solo 17 anni, sa quello che vuole e riesce a tenersi sempre fuori dalle manovre sordide, che si muovono attorno a lei, non si fa irretire dai tentativi di approccio sempre più insistenti e morbosi di un bellimbusto del quartiere, considerato un buon partito, in quanto proprietario di un bar malfamato dove si concludono loschi affari, Le sue giornate trascorrono uguali, barcamenandosi tra piccoli lavoretti e grandi responsabilità, con continui battibecchi con la nonna, personaggio inquietante, che come giustamente osserva polemica, Nevia, invece di proteggerle le lascia indifese alla mercè di persone e situazioni equivoche. Finché un giorno l'arrivo casuale di un circo, in cui lavorano persone semplici e ben disposte, irrompe nella quotidianità della ragazza, concedendole un'insperata possibilità di normalità. Nevia, è un film in gran parte autobiografico. Come Nevia, anche Nunzia De Stefano, ex moglie di Matteo Garrone, è cresciuta in un container alle porte di Napoli dopo il terremoto dell'80, e come lei ha fatto la domatrice di elefanti in un circo di Secondigliano. Il sottobosco criminale della periferia di Napoli fa da sfondo a una vicenda privata. La miseria materiale e morale la si respira in ogni inquadratura, le dure e spietate regole della malavita organizzata aleggiano tristemente sul contesto in cui Nevia si muove, ma il film di Nunzia De Stefano non ha precipuamente scopi di denuncia, è principalmente un potente ritratto psicologico, declinato al femminile di una ragazza forte, con le idee chiare, costretta a diventare donna senza mai essere stata bambina e che riesce a fare le proprie scelte, malgrado l’ostile ambiente circostante. Nevia, alias l’ottima Virginia Apicella, ha modi bruschi, poca femminilità, eppure attira l'attenzione degli uomini e anche quella degli spettatori e si carica sulle spalle l'intero film, circondata comunque da un cast di comprimari di lusso. Noi siamo gli artefici della nostra vita e del nostro futuro, questo è il messaggio che Nunzia De Stefano ci lancia con questo film che è anche un racconto di formazione. "Nascere femmine qui è una vera disgrazia" è la risposta rassegnata di zia Lucia a una domanda di Nevia, ma la regista non ci sta a subire i limiti imposti da una società retrograda e lo dimostra rivendicando con orgoglio le proprie origini, e al tempo stesso il loro superamento, in un film cupo, ma non privo di speranza. Il cast indovinatissimo, è consono alla rappresentazione dell'ambiente. La povertà soprattutto quella umana, è ritratta in modo realistico, ma con una sorta di pudore, senza mai indulgere sulla condizione dei personaggi. Il finale regala un piccolo happy-end. Buona questa prima prova cinematografica della Di Stefano

 

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