Regia di Matthew Michael Carnahan vedi scheda film
Prima di qualunque tipo di discorso politico, "Mosul" è un grande film di guerra, uno dei migliori degli ultimi anni. Carnahan fa un esordio importante (stavo scrivendo "col botto", ma non era il caso) e ci catapulta fra le macerie di Mosul, Iraq, durante la guerra senza confini al "Daesh", da noi meglio conosciuto come "Isis". Un americano alla regia, ma un cast del tutto autoctono, per fortuna, anche perché si racconta di una compagnia SWAT irachena, la Ninive, che si immolò completamente nel tentativo di liberare ka città. Qui la vicenda è diversa, ma l'omaggio è evidente e anticipato da alcune righe di testo che fungono da antefatto. La confusione, sul campo, è totale, fra forze regolari irachene, polizia e cani sciolti, tipo la Ninive, che si muovono in un territorio completamente devastato, fra corruzione e, ovviamente, violenza. Una terra di nessuno, dove morire è un attimo, senza quasi un perché. La compagnia ha, però, un obiettivo, che scopriremo solo al termine della visione, e tutto fa pretesto per un solidissimo war movie, molto realistico, polveroso, cattivo e con scene di battaglia notevoli, chiusi come sono dentro vicoli labirintici e colpiti da invisibili cecchini. Quasi due ore di adrenalina pura, dove la regia fa perfettamente il proprio lavoro, "scomparendo" dalla scena, senza stupidi virtuosismi, lasciando il campo ai soldati, alla loro angoscia, al loro coraggio e al loro sacrificio. Tostissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta