Espandi menu
cerca
Il sole negli occhi

Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

zombi

zombi

Iscritto dal 21 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 97
  • Post 14
  • Recensioni 1707
  • Playlist 277
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il sole negli occhi

di zombi
8 stelle

sui titoli di testa assistiamo alla corsa di una ragazza giù per i vicoletti stretti ed impervi di un paesino di montagna. finiti i titoli, la ragazza arriva ad una fermata dell'autobus. qui l'aspettano i due fratelli che le danno "l'addio" per la sua partenza per roma. la ragazza raggiunge l'autista e veniamo a sapere che siccome al paesello non c'è lavoro, sta andando a roma a fare la serva. il film di pietrangeli, è un buon equilibrio tra drammedia e neorealismo rosa. l'arrivo della ragazzina in un quartiere di recente costruzione bianco come il marmo, alle dipendenze di una famiglia borghese con un bimbo piccolo presta il fianco a situazioni da commedia se non comiche, fino al momento in cui celestina viene trovata notte tempo a tenere il bimbo che non smette un attimo di piangere, sopra il fornello acceso, perchè una servetta sua amica della palazzina le aveva detto di farlo passare "poco poco!!!" per avviarlo ad un sonno che durava tutta la notte. licenziata sui due piedi, dalla moglie isterica che si crede una gran signora e non fa che cambiare servette, celestina va alle dipendenze di una coppia anziana di siciliani, per sfuggire alle avances insistenti dello stagnaro fernando, un fascinosissimo seduttore specializzato in servette anche per via del fatto che ha il negozio proprio sotto la palazzina. fattasi aiutare dal prete per sfuggire alla passione che l'attanaglia all'uomo, celestina non farà altro che rincorrerlo, cambiando case e dipendenze, mentre da montanara burina si trasforma velocemente in una donna fatta. pietrangeli vuole bene al personaggio di celestina e lo dimostra il fatto che nonostante il nome della galter venga secondo a quello di ferzetti, quest'ultimo compaia in virtù del personaggio della galter. non che i personaggi maschili non siano tratteggiati bene, anzi, il galletto che fa danni e decide di assumersi "le proprie responsabilità" solo quando la donna compie l'atto estremo su di sè(a differenza dell'uomo che invece lo compie sull'oggetto dell'amore)è ben rappresentato da un giovane ferzetti che, doppiato, fa bene il suo "sporco" lavoro. sono belle e serene le scene invece di celestina con le compagne marcella, armida, italia, ricche di popolare vitalità anche perchè passate ben prima di lei per i buchi per i quali sta transitando l'infelice. in una roma tutta nuova e tirata a lustro, i nostri popolani e i nostri emigranti verso l'urbe, cercano una loro via alla felicità, quando come celestina, ormai non hanno più altra alternativa, dal momento che i fratelli hanno venduto la casa al paesello per pagarsi il viaggio verso l'australia. un senso di sano e ingenuo ottimismo traspare da quelle donne che cantano e si divertono sempre insieme o coi giovanotti che conoscono al locale da ballo. situazioni più comiche si alternano come i parenti siculi dei due anziani coniugi, arrivati infuriati per via di un'eredità messa in pericolo o per il "fidanzato" guardia notturna alto, brutto e antipatico che voleva sposare celestina per avere una serva personale. il finale che pareva tragico, si apre e rimane aperto ad un futuro che pietrangeli vuole assolutamente consapevole per una nuova celestina che risorge da quelle che lei ricorderà come le sue prime ceneri.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati