Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Essere costretti a partire, progredire, cambiare a tutti i costi, sotto l'azione di una forza impellente, che è un misto di necessità oggettiva e di condizionamento sociale: questo è il destino della giovanissima Celestina, sradicata dal paese natio, sospinta suo malgrado nel turbinio della metropoli, ed indotta a sottostare alle sue logiche, a partecipare ai suoi meccanismi, segnati dal frenetico viavai delle relazioni interpersonali. Ciò che gli altri si aspettano da lei è un adeguamento all'ambiente, che comprende anche l'accettazione del suo ruolo marginale e subalterno. Ma il passaggio dal nido familiare al mondo variegato dei rapporti di lavoro, d'affetto e d'amicizia è disorientante, come un'avventura in mare aperto, e dominato dall'angoscia di non sapere a cosa credere e a chi dare ascolto. La risposta finale di Celestina, che l'ignoranza e l'inesperienza rendono completamente priva di criteri di giudizio, è una difensiva ritirata, sancita dalla generale sfiducia verso il prossimo. Il figlio che si ritrova a portare in grembo, per quanto non desiderato, rappresenta per lei l'unica certezza: il solo essere che senta veramente, ed eternamente, degno del suo amore.
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