Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Leone d'oro a Venezia, Così ridevano è in fondo l'ennesima variazione di Amelio sul tema della crescita, vista come sempre in un'ottica padre-figlio. Qui il rapporto è traslato su quello parimenti significativo fratello maggiore-fratello minore e la sostanza varia quindi di poco; confermato Lo Verso, già presente nei due precedenti lavori del regista (Il ladro di bambini e Lamerica), gli viene affiancato il bravo Francesco Giuffrida e, in un ruolo laterale, troviamo anche Fabrizio Gifuni. Efficaci gli interpreti, stretta la trama attorno ai due protagonisti (sceneggiatura del regista, di Daniele Gaglianone, Lillo Iacolino e Alberto Taraglio), elegante ma non patinata la ricerca formale dell'immagine (fotografia di Luca Bigazzi), forse la durata risulta un po' eccessiva (si sforano le due ore); preminente il ruolo del dialetto nei dialoghi, tanto che si è dovuto necessariamente ricorrere alla sottotitolazione in numerose scene. Così ridevano è una storia di famiglia nell'accezione di luogo virtuale, immaginario (Torino, a ben vedere, è quasi l'estero per i protagonisti) in cui riporre gli affetti, la fiducia, le proprie aspettative, certi di trovare sempre quell'accettazione che spesso il mondo esterno ci nega. 6/10.
Due fratelli del sud nella Torino di fine anni '50: Pietro, il minore, studia (poco) per diventare maestro e il maggiore Giovanni lo sprona continuamente. Quando Giovanni si ritroverà invischiato in una brutta situazione, Pietro contraccambierà l'affetto fraterno prendendosi le colpe dell'altro...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta