Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Quando Kramer contro Kramer, pluripremiata pellicola della notte degli Oscar del 1980, viene proiettata quarant’anni nel futuro il risultato è un’eccellente rivisitazione del dramma famigliare che colpì prima Meryl Streep e Dustin Hoffman e che oggi non da scampo nemmeno a Scarlett Johansson e Adam Driver, attori talentuosi capaci di descrivere, grazie all’aiuto del regista e sceneggiatore Noah Baumbach, trasversale e, fino a oggi, non certo autore di Blockbuster, oltre che molto meno noto del duo di critici costituito dai genitori, cosa significhi separarsi negli anni ‘20 del XXI secolo. Se nella pellicola diretta da Rob Benton il prologo vedeva il pubblicitario Hoffman rincasare e scoprire all’improvviso cosa stia per accadere al suo matrimonio, in tal caso tutto è già sul tavolo sin dalle prime battute. Dopo quasi dieci anni trascorsi assieme Charlie Barber, regista teatrale New Yorkese, e sua moglie Nicole, attrice nella sua compagnia, sono in terapia presso uno psicologo per cercare di salvare un matrimonio che gli ha lasciato in eredità un figlio di appena 8 anni. A fare precipitare le cose è la decisione di Nicole di tornare a Los Angeles per girare l’episodio pilota per una nuova serie. Da quel momento quello che sembrava essere un matrimonio in crisi diventa fonte di stress e rivendicazioni da parte dei due ex coniugi. A farla da padroni inizieranno a essere i vari avvocati che si alterneranno al fianco dei due. Dalla Femminista Nora Fanshaw, la Lynchiana Laura Dern premiata con la statuetta Oscar come migliore attrice non protagonista, al misogino Jay Marotta, il redivivo Ray Liotta, sino a Bert Spitz, Alan Alda, nuovamente presente sul grande schermo a cinque anni di distanza da Il ponte delle spie di Spielberg, che in Charlie vede il sé stesso di molti anni prima. Nel centro una famiglia californiana, quella di Nicole, che non riesce a capacitarsi del fallimento del matrimonio di quest’ultima con tanto di una madre, Julie Hagerty, direttamente proveniente da L’aereo più pazzo del Mondo, che parteggia sfacciatamente per l’ex genero.
Fra recriminazioni, favori reciproci, perché in fin dei conti l’amore ha fatto posto a un affetto fraterno e litigi perfettamente portati in scena da due fra i migliori attori della nuova generazione si arriva a un epilogo che non riesca a confezionare altre statuette oltre a quella consegnata alla Dern. Pellicola che nonostante questa mancanza lascia decisamente il segno vuoi per la bravura di tutto il cast, vuoi per un tema decisamente sentito come quello di un fallimento famigliare.
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