Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Noah Baumbach, Kylo e Natasha
Che cosa succederebbe se Kylo Ren e la Vedova Nera/Natasha Romanoff, sposati da un pezzo e residenti a New York (regista teatrale lui, attrice lei), entrassero in crisi e volessero divorziare? Ce lo racconta Noah Baumbach in un “Mariti e mogli” dei nostri giorni, spogliando delle loro maschere più commerciali gli eccelsi Adam Driver e Scarlett Johansson. La forza del film sta tutta nell’interpretazione (da Oscar?) dei suoi protagonisti (anzi no, ci sono anche Laura Dern e Ray Liotta) e nella scrittura notevole del regista, erede naturale di Woody Allen. Kylo e Natasha si amano, si prendono, danno alla luce un bambino (sarà grande nella Forza o diventerà un mutante?), scrivono lettere toccanti (ingannevole è l’inizio), cantano (che scena!), piangono (Scarlett più che altro), sanguinano (ma che cazz…), allacciano scarpe (lacrime), tagliano capelli (lacrime), si vestono per Halloween (da Uomo Invisibile e David Bowie in “Modern Love”, ma chi si vestirà da chi?). Insomma, tutto quello che avreste voluto vedere in un film degli Avengers, ma non avete mai osato chiedere. Sfondano pure le pareti a pugni, e ci mancherebbe altro che non lo facessero. E anche se la macchina da presa sta col fiato sul collo dei due, non mollandone mai volti, gli attori di contorno rubano loro più di una volta la scena: non solo Dern e Liotta, anche Alan Alda, Julie Hagerty, Merritt Wever (insomma, cast da paura) e Martha Kelly (io l’Oscar lo darei pure a lei, come miglior assistente sociale mai comparsa sullo schermo). Baumbach stavolta vola alto e, oltre che ad Allen, si rifà nella messa in scena anche al Bergman di “Scene da un matrimonio”: primi piani, movimenti di macchina essenziali, tanti dialoghi, tanti interni, poca musica nei punti giusti. E che musica! «Someone to hold you too close, someone to hurt you too deep»… È già storia (del cinema).
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