Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
L'ingegner Armando Andreoli (Alberto Sordi), in là con gli anni ma ancora attivo professionalmente, incontra su un treno diretto a Bologna la procace infermiera Federica (Valeria Marini) e, dopo una serie di casualità ed insistenze della ragazza, nasce un 'particolare' rapporto tra i due, fonte di un sacco di guai nelle vite di entrambi.
'Incontri proibiti', dopo qualche anno reintitolato - chissà poi perché - nell'ancor più terribile 'Sposami papà' rappresenta tanto l'ultima interpretazione e regia (nonché co-sceneggiatura con il fidato Rodolfo Sonego) del grandissimo Alberto Sordi, quanto il suo punto più basso in termini di resa registica e di scrittura.
La trama, tutta incentrata sull'incontro/scontro della strana coppia Sordi/Marini, è di una banalità allarmante, gli snodi narrativi sono sconfortanti e del tutto improbabili, il ritmo latita fin da subito, come del resto l'umorismo, i personaggi di contorno sono abbozzati alla bell'e meglio, delle figurine senza il minimo spessore e, ancor più grave, la messa in scena non solo è sciatta ma ancor meno curata del solito (l'Albertone nazionale, purtroppo, dietro la macchina da presa non fu nemmeno lontanamente paragonabile a quello visto davanti...), con evidenti fuori sincrono in più di un'occasione, talmente vistosi che pare incredibile non ci sia stato un intervento in fase di montaggio definitivo!
Capitolo a parte merita la prova attoriale della formosa Valeria Marini, dalla dizione rivedibile e del tutto inadatta per l'arte della recitazione: magari con un'altra partner il film avrebbe raggiunto livelli almeno dignitosi, invece qui si tocca il fondo... Dal punto di vista della cagnaggine recitativa al femminile nel panorama del cinema italico, forse solo la Hunziker di 'Alex l'ariete' ha saputo fare peggio dell'attrice romana e, in confronto a lei, altri 'geni' della recitazione come Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti sembrano Anna Magnani!
'Incontri proibiti' o 'Sposami papà', tedioso, triste ma meno percorso dalla sua nota e fastidiosa vena moraleggiante, è il canto del cigno dell'Alberto Sordi autore: scultissimo.
Voto: 3.
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