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The Truman Show

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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La recensione su The Truman Show

di Antisistema
10 stelle

Peter Weir è sempre stato un regista fuori dagli schemi sin dai sui film degli anni 70' realizzati in Australia, così Hollywood ha drizzato le antenne e a metà degli anni 80' lo ha chiamato per affidargli progetti propri, di cui The Truman Show (1998), oltre che il risultato più alto della collaborazione, ci cosegna un capolavoro assoluto della storia del cinema, che giustamente dopo 22 anni dalla sua uscita è ora di considerarlo tale, vista la capacità di precognizione della società liquida degli anni 2000 di lì a poco in sviluppo. 

Il periodo dalla fine degli anni 90' ed inizio 2000 fu l'apogeo del fenomento dei reality show, bastava prendere delle persone, inserirle in un contesto accattivante ed ecco come milioni di telespettatori si appassionavano alle loro vicende seguendoli 24 ore su 24, qualora poi lo show fosse poco monotono, ecco che la produzione infilava situazioni ad hoc per aumentare l'interesse del pubblico. Nasceva così la Tv dello spettacolo dove l'apparenza era tutto; sempre a portata di mano, poco costosa per gli ideatori e gestibile nei tempi sulla base degli ascolti. Weir e lo sceneggiatore (nonchè futuro regista) Andrew Niccol, hanno creato un'opera surreale, che funge da apologo sulla riappropriazione della vita reale su quella fittizia creata ad arte, se non fosse che la seconda, seppur grottesca e in parte alterata, si basa comunque sulla prima che in realtà contiene i semi adatti per lo sviluppo della finzione, d'altronde con lo sviluppo dei social network siamo diventati al tempo stesso i creatori e protagonisti dello show quotidiano, che condividiamo con gli altri. 

Truman Burbank (Jim Carrey), vive sin dalla sua nascita in un enorme inganno collettivo; la sua vita è gestita e manipolata dal regista-demiurgo Christof (Ed Harris), il quale è riuscito a sviluppare il più grande reality show di sempre; il Truman show per l'appunto, il quale si propone di seguire 24 ore al giorno la vita di quest'uomo a sua insaputa, inscenando ogni avvenimento della sua esistenza quotidiana, compresi i genitori e sua moglie Meryl (Laura Linney) , grazie alla perfetta gestione degli attori/comparse, che mai hanno fatto sospettare nulla all'uomo della finzione di cui è protagonista. 

Weir adotta un tono più surreale, stemperando l'originaria sceneggiatura di Niccol, molto oscura e cupa, con il genere della commedia, che rende possibile credere all'implauisibilità totale di certe dinamiche della vicenda (tipo la manipolazione della vita di Truman sin dall'infanzia per impedirgli di lasciare la città, il portare avanti per anni l'inganno senza nessun sospetto e così via...).

 

 

Nella riuscita della pellicola fondamentale risultano le notevoli doti di interprete del sottovalutato Jim Carrey, il quale ci offre un'ampio saggio delle sue msotruose capacità espressive, passando agevolmente con nocnhalance dal classico ritratto di un uomo medio americano, sino ai dubbi esistenziali che lo attanagliano per essere poi adorabilmente sopra le righe e svalvolato come un cammello quando le esigenze lo richiedono, perchè sospettare che tutto il mondo si muova in tua funzione alla fine porta ad essere facilmente preda di attacchi di calibrata follia. 

Il mondo di Truman è la realizzazione fittizia dell'ideale borghese tipico della provincia americana, un luogo sempre soleggiato, colorato, luminoso, con una routine certa ed un lavoro d'ufficio sicuro e senza grattacapi (perchè essere insofferenti a ciò gli risponde un suo amico); una falsificazione creata ad hoc e che incontra il successo stratosferico del pubblico, il quale in Truman rivede sè stesso senza alcun filtro portato dalla barriera della recitazione, la quale per quanto perfetta non può non risultare artificiosa rispetto invece ad un concorrente di un reality chiamato a impersonare nessun altro se non sè stesso, ma per togliere ogni patina di falsità, la reazione migliore è quando essa è naturale, quindi meglio che il protagonista stesso dello show non sappia niente, in modo da essere spontaneo e manipolabile dal grande regista-demiurgo Christof, impersonato da un cinico e geniale Ed Harris, il quale ha tirato su uno spettacolo che fattura miliardi l'anno grazie agli sponsor e alle inserzioni pubblicitarie. La perfezione straniante del Truman show deriva dall'adozione da parte di Weir di tecniche di ripresa tipiche delle inserzioni pubblicitarie, con un'illuminazione integrale delle location, personaggi sempre sorridenti e obiettivi di ripresa inseriti ovunque, creando una spietata satira nera di un mondo dove tutto è in vendita. Costato 60 milioni di dollari, ne incassò oltre 200 in tutto il mondo, grazie al noteovle star power del suo protagonista che riuscì a far andare al cinema molti spettarori che altrimenti non avrebbero mai visto un capolavoro assoluto del genere, venendo respinti dalla complessità delle tematiche esistenziali-filosofiche ed infine sociali contenute in esso. Purtroppo non ebbe molte nomination agli oscar, con sole tre candidature, venendo fatto a pezzi da quel filmetto di Shakespeare in Love di John Madden e da Salvate il Soldato Ryan, insieme all'altro capolavoro di quell'annata, La Sottile Linea Rossa di Terrence Malick. Delusione per i giurati a aprte, il giudizio del tempo ha restituito ciò che gli venne ingiustamente negato e dato la natura profetica di tutto quello che è contenuto nell'opera, possiamo etichettarlo come capolavoro assoluto e miglior film di questo sottovalutato ed ignorato regista, insieme all'altrettanto fondamentale Picnic ad Hanging Rock (1975), perchè The Truman Show è un film destinato a rimanere nel tempo e non ad essere dimenticato una volta terminata la visione per poi passare ad un'altra trasmissione o programma TV. 

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

 

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