Regia di Peter Weir vedi scheda film
La disamina forse più lucida e inquietante dell'assenza di pietà e di scrupoli di cui è gravemente malata l'industria dell'intrattenimento, in primis televisivo.
La disamina forse più lucida e inquietante dell'assenza di pietà e di scrupoli di cui è gravemente malata l'industria dell'intrattenimento, in primis televisivo. All'epoca nascevano i reality show e qualcuno che stesse a domandarsi se quel tipo di spettacolo fosse corretto da un punto di vista etico ancora c'era, ma negli anni la soglia che separa la realtà dalla finzione si è assottigliata fin quasi a sparire alla vista. Fortunatamente, la scelta finale di Truman è sempre lì a ricordare che la falsa perfezione del mondo progettato dal creatore dello show (un cinico Ed Harris) per il "suo" protagonista non vale la millesima parte dell'insostituibile autenticità di una vita faticosa e inquinata da ogni sorta di problema e contrattempo, ma vera. La perfetta regia di Peter Weir alterna con dinamica maestria prospettive da obiettivi nascosti a riprese tradizionali (aprendosi a volte al virtuosismo, come nell'immaginazione del centro di comando del programma e dello sfondo liminare con la scala e la porta), la precisa sceneggiatura di Andrew Niccol (Gattaca) è astuta nella resa del senso di paranoia e la trasformazione di Jim Carrey da clownesco emulatore di Jerry Lewis a bravissimo interprete impegnato, capace di un'intensità drammatica controbilanciata da violenti ritorni alla smorfia, è spiazzante. Laura Linney è la moglie di Truman dal perenne sorriso forzato.
Emozionanti le partiture di accompagnamento di Burkhard von Dallwitz e Philip Glass.
♥ ♥ Film ECCELLENTE — Voto: 9
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