Regia di Peter Weir vedi scheda film
Calamitare l'attenzione di uno spettatore è cosa ben rara anche se alla base c'è sempre l'idea sviluppabile in sceneggiatura, in questo caso Andrew Niccol si è superato creando una storia assurdamente verosimile e l'ha sviscerata in poco più di cento minuti di un cinema ben fatto, rivolto a tutti e guardabile con gusto e trasporto. L'innocenza naturale del volto di Jim Carrey, rende l'estraneità innocente di Truman, alla macchinazione totale della sua vita, reale e a tratti disturbante se pensiamo all'eventuale possibilità che nella mente di qualcuno possa scaturire un'idea commerciale del genere. La messa in scena è talmente ben fatta e il soggetto talmente ben sviluppato che sembra più reale la pellicola che Il grande fratello, che dovrebbe essere contenitore di vite vere. Con un finale a brucia pelo più dell'intera stessa pellicola, non tanto per la scelta di Truman, quanto per la superficialità dello spettatore la cui reale indifferenza radicata sconvolgerebbe ogni più effimero produttore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta