Regia di Claude Miller vedi scheda film
Nella Francia occupata Sophie viene assunta da una celebre cantante lirica per accompagnarla al pianoforte: la ragazza, di famiglia umile, entra in contatto con un ambiente scintillante e ne subisce il fascino al punto da prestarsi a coprire le infedeltà della cantante. Il marito di lei è un collaborazionista per convenienza, pronto a mutare casacca appena il vento comincia a girare: infatti, quando la stretta dei tedeschi si fa insopportabile, fugge a Londra con le due donne; e qui la situazione cambia. Storia di una patologica incapacità di vivere se non per interposta persona: senza quasi rendersene conto, Sophie rinuncia a essere sé stessa e accetta di diventare solo uno strumento nelle mani altrui. Magnifica Romane Bohringer (qui accanto al padre Richard), dall’aria spaurita e dagli occhi sgranati di fronte allo spettacolo di un mondo che la esclude ma da cui raccatta avidamente le briciole, con commenti in voce off che vorrebbero essere disincantati. Finale di straziante bellezza, in una stazione ferroviaria sulla via del ritorno, mentre una coppia si bacia dopo essersi ritrovata: “La vita ti scorre accanto, urta, scuote gli altri senza toccarti. La guerra è finita”.
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