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Stéphane, una moglie infedele

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su Stéphane, una moglie infedele

di Kurtisonic
8 stelle

"Anche un piccolo cambiamento potrebbe turbare il mio equilibrio" dice Charles nelle prime battute del film. Siamo sulla soglia dei grandi mutamenti di costume e di liberazione della morale, e Chabrol, il demiurgo francese dei vizi e delle virtù umane ne coglie il segno che intacca la classe borghese. Un troppo tranquillo menage familiare vede protagonisti Charles, anonimo  e spento assicuratore dall'aspetto per niente interessante, con Stephane, giovane, bella e insoddisfatta. Con il suo sguardo antispettacolare e fotografico Chabrol penetra nelle pieghe perbeniste delle classi agiate, ne stimola le viltà, le debolezze, i meccanismi di difesa e di autorigenerazione. Il film non accusa fasi di lentezza in preparazione della deflagrazione narrativa finale come visto altre volte, la tensione è percepita fin da subito, con Charles assoluto padrone della scena e Chabrol fedele documentarista non fa uscire nulla dalla cornice della vicenda, la dispiega e la sviluppa come una questione interna al nucleo di una famiglia perbene, dal quale ambito nulla può trapelare all'esterno. Pur se connotato dall'aspetto mite e genericamente sfigato, il personaggio maschile sale lungo la vicenda di tonalità tragiche e drammatiche in proporzione a quanto si allontani dal suo mondo convenzionale e fasullo. In una scena cruenta in cui è coinvolto, la mdp parte in sequenza schiacciandolo dall'alto come per immiserirlo e con diversi passaggi ariverà a un primo piano definito alla fine della lunga e travagliata scena dandogli finalmente un poco di dignità in quanto ha sviluppato coscientemente ciò che ha fatto. La seconda parte del film è delimitata dall'inquadratura stupenda che vede Charles ripreso da dietro, lucidamente presente a se stesso che osserva Stephane sfuocata, immateriale e sensuale che dal giardino avanza verso di lui. Da questo punto sarà lei la protagonista assoluta che rivelerà il suo carico sentimentale, le sue tensioni emotive, le angosce esistenziali, aspetti lontani dalla versione annoiata e superficiale della donna  che dava in precedenza. Quando la vicenda prende la via della risoluzione e della verità, Chabrol non esita a infierire sullo spettatore con un finale fra i suoi più belli e contraddittorio, riportando sullo stesso piano spietatezza e sentimento, forse percepiti da entrambi i protagonisti per la prima volta nel nome di un malcelato compromesso alla sopravvivenza.

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