Regia di Kevin Smith vedi scheda film
Due tossici vengono colti per l’ennesima volta sul fatto. Un avvocato imbroglione li salva dalla galera, vendendo però i loro nomi a una casa cinematografica, che li sfrutterà per un film. I due corrono a Hollywood per fermare la lavorazione, facendo tappa lungo la strada dall’ex moglie di uno dei due, che ha in serbo una grossa sorpresa.
Più che un reboot, questo film è un Inception della carriera e della vita di Kevin Smith; nulla di autoincensante, di arrogante, però: un film con, su e alla Kevin Smith in cui si procede per alti e bassi, accessi di ritmo e qualche mielosa paternale moralistica (quella messa in bocca a Ben Affleck è semplicemente rovinosa), trovate sopra le righe e gag coprolaliche o sulle funzioni corporali che si amalgamano più o meno dignitosamente, verso un finale – al di là del suo essere lieto – con tanto di colpo di genio che chiude a suo modo un’era. L’era di Jay e Silent Bob, naturalmente, perfetti Dante e Virgilio per questo tipo di operazione, che ritornano nel titolo a 18 anni di distanza dal Jay e Silent Bob… Fermate Hollywood (2001) la cui trama era grosso modo la medesima di quest’opera; stavolta però Smith inserisce camei e citazioni da numerosi altri suoi film, a partire dall’insperato successo dell’esordio low budget Clerks (1994) per proseguire con In cerca di Amy, Jersey girl, Dogma. Tutto molto godibile per i fans del regista (e sceneggiatore e attore), ma – va risconosciuto – forse già meno per chi non ne conosce almeno sommariamente la filmografia. Matt Damon, Jason Lee, Rosario Dawson, Jason Biggs, Melissa Benoist, Brian O’Halloran, Chris Hemsworth, Val Kilmer, il rapper Method man, James Van der Beek, Stan Lee (dopo i titoli di coda) e il già citato Affleck si prestano in particine quasi sempre gustose ed autoreferenziali; accanto al regista i protagonisti sono sua figlia Harley Quinn Smith (che, curiosamente, in Fermate Hollywood era figlia di Silent Bob, mentre qui è figlia di Jay) e l’immancabile Jason Mewes. 4,5/10.
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