Regia di Claudio Caligari vedi scheda film
Tra il 1979 e il 1983 una banda di borgatari romani nota come l'Arancia Meccanica e capeggiata da Agostino (detto Remo) Panetta (nel film il cognome è stato cambiato in Guerra e a interpretarlo è un convincente Valerio Mastandrea) - mossa da un'insaziabile voglia di rivalsa di classe e bramosia di arricchimento - seminò il terrore tra l'aristocrazia capitolina compiendo centinaia di rapine.
Partendo dal romanzo di Dodo Sacchettoni Le notti dell'Arancia Meccanica, Caligari - tornato al cinema dopo 15 anni di ostracismo da parte dei vari governi democristiani, peraltro ampiamente ripagati nel film attraverso espliciti riferimenti - realizza una pellicola in veste neo-neorealista come già con il precedente, ottimo Amore tossico. Affidando ad un commento fuori campo che crea un effetto di frizione fra il linguaggio finto-colto e l'inflessione popolare del protagonista, aggiungendo uno stile personale con contrasti tra melodramma e momenti comici, Caligari mette a segno una prova che non può non farci rimpiangere quindici anni di obbligato silenzio.
Memorabili sia le musiche in stile trance di Pivio e Aldo De Scalzi che la scena in cui Little Tony, pistola puntata alla testa, è costretto ad intonare Cuore matto.
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