Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
VENEZIA 76 - SETTIMANA DELLA CRITICA - EVENTO SPECIALE Tra sogno ed incubo, passione per l'enigmistica e uno sguardo inevitabilmente onirico, ma anche acuto, sferzante, dai tratti crudeli, sulla problematica della convivenza tra popoli, culture e razze, e sulla inevitabile prevaricazione che si innesta tra dominante e dominato, Gianni Amelio esordisce nel cortometraggio narrativo dopo oltre quindici lungometraggi che hanno segnato le tappe di una carriera straordinaria, costellata solo di titoli notevoli.
Una caparbietà, quella di Amelio, ed un coraggio per la sfida che lo rendono un singolare esordiente, laddove in altre cinematografie, come la Francia, il corto narrativo ostituisce una tappa d'obbligo per i cineasti esordienti. Il racconto si presenta veloce come è necessario per rispettare i tempi inevitabilmente stretti; incalzante come deve esserlo una sfida in cui vittima e carnefice si alternano nei ruoli a seconda del risveglio che ne ribalta le sorti. Istrionico e un po' diabolico l'ottimo Renato Carpentieri, burattinaio ed inventore della sadica, disumana variante enigmistica che spinge il ragazzo di colore a tentare il tutto per tutto per cambiare le carte del proprio destino incerto.
Incalzante, dicevamo sopra, ma pure sconcertante, sin inquietante. Un piccolo e rapido thriller incentrato su una problematica di confronto tra popoli oggi più che mai scottante.
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