Regia di Sebastian Muñoz vedi scheda film
L'opera prima di Sebastian Muñoz suggestione. Conduce per mano lo spettatore nella vita di Jamie, lo da assistere alla sua crescita passando attraverso le vorticose vicende che lo hanno condotto in carcere.
Un racconto crudo, senza mezzi termini. Dove le immagini sono i fili conduttori della narrazione che ci mostra la voracità del potere intaccata dai solchi di debolezza che creano i legami sentimentali.
Laddove il corpo è strumento di scambio e la vita un ciclo che si chiude solo per riaprirsi sullo stesso scenario, la sintonia tra Juan Carlos Maldonado e Alfredo Castro, i due bravissimi protagonisti, riesce a rendendere il dramma qualcosa di comprensibile.
Nonostante l'eccessiva strumentalizzazione degli amplessi, che compaiono in modi e forme eccessive alterando la visione della pellicola, Muñoz dimostra di avere lo sguardo artistico; il suo film risulta piacevole pur palesando una forma di arte estrema non comprensibile per tutti.
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