Regia di Shane Meadows vedi scheda film
Tim (Danny Nussbaum) è in giro per la campagna insieme al suo cane. Ad un certo punto, in una baracca abbandonata, scorge il corpo di un uomo ridotto molto male. Una volta avvicinatosi scopre che questi è Alan Darcy (Bob Hoskins), l'uomo che qualche anno prima aveva aperto una palestra di pugilato al solo scopo di distogliere i ragazzi dalle cattive tentazioni della strada. Accanto a lui c’è un diario dove vi sono impresse le impressioni di una vita. Tim comincia a leggerlo e a ripercorrere dal principio la genesi di un sogno prima coltivato e poi realizzato, l'amicizia nata in palestra tra bande rivali, la gita in Galles e l'amaro epilogo di questa bella "favola" contemporanea.
"Si muore tutti tanto per cominciare, così immagino che la faccenda consiste soprattutto nel vivere. Ero un quarantenne qualunque negli anni ottanta, allora era tutto un boom, fusione tra società, pacchetti di maggioranza. Il denaro era Dio, il denaro è Dio". Queste sono le prime cose lette da Tim, parole che hanno il sapore amaro di una storia malinconica, che preludono al resoconto fedele di un ordinaria storia di periferia, quella dei casermoni costruiti a ridosso della zona industriale di Nottingham, dove il tempo trascorre senza particolari sbalzi emotivi e le giornate sembrano tutte uguali, ventiquattro ore al giorno per sette giorni alla settimana. "Ai ragazzi e alla gente di questa città per tutta la vita si ripropone la stessa giornata. Nessuno di loro ha la forza di alzare la testa e dire <aspetta un attimo deve esserci qualcosa più di questo>. Nessuno" Alan Darcy tenta di offrirglielo quel "qualcos'altro", lui si è scoperto un infaticabile costruttore di bene essendo stato troppo testimone del male di vivere ed ha maturato la convinzione che ogni uomo ha una sua unicità e che questa unicità è quanto basta per rendere ognuno una cosa speciale, con una forza e un talento che devono necessariamente essere coltivati, fatti emergere, non abbandonati passivamente, dispersi nell'aria come un niente senza padrone. Dall'uno si può costruire tanto e dal tanto si può cercare di migliorare tutti. Questo è lo spirito che anima Alan Darcy, lui vuole semplicemente impegnarsi per lasciare un segno nel mondo in cui vive, secondo il credo che lo anima e le capacità in proprio possesso, lui vuole costruire uno spazio dove dei ragazzi possono finalmente cominciare a credere in qualche cosa, abituarsi a concepire se stessi come delle persone che hanno delle autonome ambizioni piuttosto che lasciarsi travolgere dal monotono scorrere degli eventi. “Questa mattina è un regalo, ogni mattina ti offre una nuova possibilità, avvolte non concludi niente, avvolte sei fortunato e il sole illumina la tua giornata. Ma quante volte capita di svegliarti a di riuscire ad afferrare quella giornata fra le mani, di farla diventare tua. Questa è la mattina amici miei in cui smetto di essere un burattino manipolato dagli altri e mi riprendo la mia vita e cerco di costruire un sogno : il 101 Boxing Club”. Shane Meadows è stata per me una recente e piacevolissima scoperta. Mi piace il suo cinema sociale, lo sguardo attento sul mondo, il modo di caratterizzare i suoi personaggi, la dignità che sa conferirgli, di esseri umani innanzitutto. Lui parla dello scollamento tra centro e periferia, della noia che assale i giovani privi di ideali in cui credere, della rabbia che può montare dalla mancanza di prospettive concrete, del degrado culturale, di molti aspetti problematici del mondo contemporaneo insomma, limitandosi a costruire emblematici ritratti d’ambiente e a rappresentarli dosando alla giusta maniera la profondità d’analisi di un cinema che vuole dirsi adulto e le esigenze fisiologiche del cinema di finzione, usando anche un po’ di retorica s’è necessaria, quando serve e non guasta. “Ventiquattrosette” esemplifica abbastanza bene questo modo “trasversale” di trattare problematiche universali, avvolgendo in un bianco e nero un po’ sgranato stile “Free Cinema” una storia dall’alto tasso di umanità e dalla garbata vena contestataria. E’ decisamente un buon film “Ventiquattrosette”, e lo deve principalmente alla superba interpretazione di Bob Hoskins nei panni di Alan Darcy, un uomo che ha la sensibilità di un vinto dalla vita e la forza d’animo di un inguaribile sognatore. Un personaggio di cui potersi seriamente innamorare.
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