Tra la caotica modernità di un mondo che, sempre più, abbisogna di periodi di stasi e magari di paradisi incontaminati in cui perdersi per il poco tempo concesso, e le tradizioni di un passato che cercano di resistere all'oblio della quotidiana indifferenza, possono talvolta crearsi delle collisioni utili a valorizzare queste ultime, nel rispetto di una realtà che ormai da tempo si è stabilita su posizioni completamente differenti, pur se meno incompatibili di quanto potrebbe apparire.
L'arrivo nella cittadina turistica thailandese di Krabi di una giovane scenografa, esperta nel reperimento delle location cinematografiche utili alle produzioni, permette alla ragazza di ripercorrere un episodio delle giovinezza sua e dei propri genitori, e di perdersi nella visita di un luogo che col cinema ha avuto diversi illustri punti in comune, essendo state scelte molte location nelle vicinanze della cittadina, per film famosissimi come 007 L'uomo dalla pistola d'oro e The beach con Di Caprio.
E mentre un regista pubblicitario un po' dispotico, un po' arrogante, si appresta a terminare il suo spot tutto apparenza e finzione, il suo attore ha modo di venire a contatto con una natura primordiale che lo collega agli avi di quella terra misteriosa e parzialmente ancora in mano ad una natura selvaggia ed incontaminata.
Un film che crede nella presenza dei fantasmi, parte integrante di una cultura locale che cerca di resistere ad una modernità ormai condizione impellente ed irrinunciabile per la sopravvivenza.
Sotto la forma cangiante ed ibrida di documentario narrativo, Krabi 2561 rappresenta il ritorno in regia di Ben Rivers, apprezzato nell'avveniristico, ma anche estremamente realista "The sky trembles and the earth is afraid and the two eyws are not Brothers", alla sua prima visita in Thailandia, si fa assistere dall'amico e collega locale Anocha Suwichakornpong per raccontarci una serie di storie di vita, sopravvivenza e ricordi che appaiono magiche ed affascinanti anche e soprattutto perché in grado di apparire ognuno nella sua smagliante verosimiglianza, che rifugge ogni tipo di sensazionalismo che non sia quello legato alla magia del territorio che ospita le singole vicende.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta