Regia di Alex Proyas vedi scheda film
Alex Proyas,indicato come uno dei talenti emergenti nel cinema fantastico americano dopo il grande successo de"Il corvo",conferma,a mio parere,con la sua opera seconda,"Dark city" una dimensione di sopravvalutazione in cui il suo cinema stagna.Stile figlio dell'espressionismo(ma alla lontana...),temi cupi e tematiche semimistiche,Proyas non sembra avere neanche il senso del tempo,dato che "Dark city" è un fantathriller che causa una certa noia,azzarda una teoria su creature che escono allo scoperto solo dopo la mezzanotte per agire sugli umani dormienti,e mette il protagonista Rufus Sewell(ma non doveva diventare un divo,questo?)a combattere questi esseri,semidemoni appunto,fino al duello finale volante e fiammeggiante.La cosa migliore del film è il detective malinconico che suona il piano in solitudine di William Hurt,ma partecipa troppo poco per dare un'impronta decisiva.Un pretenzioso bluff,una fantascienza di rara antipatia,che non sembra trovare miglior espressione di una citazione continua e a catena di altro cinema,senz'altro migliore.
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