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Dark City

Regia di Alex Proyas vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dark City

di axe
7 stelle

In una indefinita metroopoli, quando le lancette degli orologi raggiungono le ore 12, tutti gli abitanti si addormentano all'istante; le loro attività si arrestano, i trasporti si bloccano, i veicoli rimangono incolonnati in attesa del risveglio. Solo John Murdoch sfugge a questo schema. Ma egli è un uomo senza memoria; si sveglia all'interno di una camera d'albergo, senza sapere per quale motivo è lì, per di più, con l'imbarazzante compagnia del cadavere di una giovane donna. Riceve una telefonata da un tale Dottor Schreber, il quale l'invita caldamente ad allontanarsi; contemporaneamente, degli enigmatici uomini vestiti con cappello ed impermeabile nero, fanno il loro ingresso al piano, con intenti poco amichevoli. Murdoch fugge; inizia ad indagare sui tanti misteri che lo circondano. Chi è, perchè si trovava in quel luogo ... Per quale motivo i cittadini, ad un orario ben preciso, si addormentano. Perchè la città è sempre immersa nella notte. "Dark City" è il terzo lungometraggio diretto del regista Alex Proyas, il quale raggiunse la notorietà con "Il Corvo". Mentre quest'ultimo film ha una trama immediatamente coinvolgente e facilmente comprensibile, "Dark City" è molto più complesso. In una breve introduzione ci è spiegato che la "città" è sotto il controllo degli "Stranieri", un popolo alieno morente il quale esegue ricerche sugli uomini con l'intento di capire il segreto della loro "individualità", al fine di avere una possibilità di salvezza. Gli alieni controllano simulacri, vestiti di nero, pallidi, deformi; hanno poteri telecinetici. Sfruttando le capacità del maldisposto Dottor Schreber, scambiano la memoria degli individui. Essi fanno perdere coscienza alle persone ad intervalli fissi; ne approfittano per eseguire esperimenti e modificare, con l'ausilio di immensi macchinari, gli elementi della "città". John Murdoch, tuttavia, sfugge al loro schema. Non cade addormentato, ha anch'egli poteri telecinetici; pian piano acquisisce nebulosi ricordi di un remoto passato, nella località costiera di Shell Beach, pubblicizzata ovunque ma impossibile da raggiungere. Si riunisce alla moglie, Emma, nonchè al curioso ispettore Frank Bumstead, il quale indaga sull'omicidio di alcune prostitute e sospoetta di John. La verità sulla natura e gli scopi degli "Stranieri" è lentamente svelata, così come quella della città, la quale è un piccolo mondo sospeso nel cosmo grazie al lavorìo delle macchine installate nel sottosuolo e controllabili con la mente. Qui, rapite chissà dove - forse proprio da località simili a Shell Beach - sono state posizionate persone le quali vivono, come topi in un labirinto, vite che non appartengono loro. John Murdoch combatte dure battaglie, prima per comprendere la verità, poi per sconfiggere il popolo degli "Stranieri", i molti esemplari dei quali sono uniti da una coscienza collettiva. L'uomo non solo ha una propria individualità, ma anche è in grado di voler bene, di amare. Un qualcosa che all'entità "Stranieri" è sconosciuto. Il protagonista, il quale comprende la verità contemporaneamente allo spettatore, è interpretato da Rufus Sewell; lo accompagnano l'Ispettore Frank Bumstead (William Hurt), il quale scopre la realtà del mondo ove vive anche grazie alle solo apparenti farneticazioni del collega Eddie Walenski (Colin Friels); la moglie Emma (Jennifer Connelly), la quale mai smette di credere in lui; il Dotto Daniel Schreber (Kiefer Sutherland), personaggio il cui ruolo acquisisce definizione molto lentamente, collaborazionista, o cospiratore a danno degli "Stranieri" ? Il racconto ha ritmi elevati. Non sono concesse distrazioni allo spettatore; una salda attenzione è indispensabile per cogliere ogni dettaglio di una narrazione che sarà in grado di premiare la sua pazienza. Le scenografie ricostruiscono un'ambientazione molto interessante, tratteggiata con colori scuri, sfumati; la "città" è modellata traendo ispirazione da una metropoli occidentale degli anni '50; allo stesso periodo appartengono costumi ed alcune tecnologie mostrate. Sin dalle prime sequenze, tuttavia, è chiaro che il luogo non ha una controparte nella realtà; la megalopoli è attraversata da strade congestionate, ferrovie sospese che fendono i grattacieli. Ammantata da una notte perpetua, l'oscurità contrastata dai neon, la "città" ospita un'umanità vivace, sempre in movimento, benchè entro i limiti imposti dagli "Stranieri", finchè John Murdock non li infrangerà. Un po' thriller, un po' poliziesco, un po' noir, sicuramente fantascienza, con venature steampunk, "Dark City" ha l'unico difetto di non "aprirsi" subito allo spettatore, rischiando di scoraggiarlo. Ma la pazienza di chi concede fiducia ad Alex Proyas è infine premiata.

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