Regia di Samuel Fuller vedi scheda film
Skip McCoy (Richard Whidmark) e' un borseggiatore che nella metropolitana di New York "alleggerisce" la borsetta di una ragazza del suo portafogli. Entra così' involontariamente in possesso di un microfilm che scotta destinato alla malavita organizzata. Inizia così una caccia all'uomo sia da parte dei gangster che dell'F.B.I. MANO PERICOLOSA e' uno di quei film che da tempo immemore ho sempre desiderato vedere. Purtroppo capita spesso che quando si desidera ardentemente una cosa, se ne rimane poi delusi una volta ottenuta. Uscito in piena guerra fredda e in piena "crociata" anti-comunista, la pellicola diretta da uno dei più interessanti e controversi registi hollywoodiani dell'epoca, e' un noir confezionato in maniera direi "impeccabile". Originariamente si tratta di una spy-story di chiara propaganda anti-comunista, con spie che lavorano per i servizi segreti sovietici che devono entrare in possesso di importantissimi segreti militari. In Italia e in Francia, per non fare arrabbiare il compagno Togliatti e il suo omologo transalpino, il doppiaggio trasforma le cattive spie filo-comuniste in comuni gangsters. Nonostante tutto negli USA il film non verrà apprezzato dal senatore McCarthy, tantomeno dal capo dell'F.B.I. John Edgar Hoover, in quanto a sbrogliare la matassa non saranno gli eroici g-man, ma tre soggetti borderline: un borseggiatore, una ex-prostituta e un'anziana informatrice che vive di espedienti. La splendida fotografia in bianco e nero e il fascino notturno della metropoli, non bastano però a fare di MANO PERICOLOSA un noir all'altezza degli altri titoli che giravano in quel periodo. Scarsa tensione e scarso coinvolgimento (parlo naturalmente delle mie sensazioni), un Whidmark troppo spesso sopra le righe e un finale con una love-story di scarsissima credibilità. Peccato davvero.
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