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La pallottola senza nome

Regia di Jack Arnold vedi scheda film

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La recensione su La pallottola senza nome

di Baliverna
8 stelle

E' un buon western di quelli non-avventurosi, e girati per lo più in interni (anche se all'inizio c'è un bel campo lungo sulla cresta di un monte). Non per questo però non è bello: anzi, è un film teso e compatto, denso di problematiche, da vedere più di una volta per assimilare bene.
In generale, forse la pellicola è uno studio sulla colpa, sul senso di colpa, sulla giustizia e sul fare giustizia, e infine sulla legge. Il sicario di professione che arriva in paese per ammazzare qualcuno - ma non si sa chi - semina il panico e l'inquietudine tra gli abitanti perché molti hanno qualcosa da nascondere, molti hanno combinato qualcosa che hanno paura venga alla luce. Anche se la vittima designata è una, tanti sono coloro che potrebbero essere colpiti. L'arrivo del killer è un sasso gettato in piccionaia, o molto di più, perché si arriva ben presto al clima di terrore, a un suicidio, alle minacce e a un tentativo di linciaggio. Una trama di questo tipo mira proprio a mettere in evidenza quante persone abbiano commesso azioni riprovevoli, da entrambe le parti della legge, anche se esse sono nascoste o non perseguibili. Inoltre, la coscienza della colpa nella persona, se questa non si è pentita, è accompagnata dal terrore che essa venga manifestata pubblicamente. Il fatto poi che un'insospettabile ragazza giunga all'omicidio intenzionale, anche se sventato da altri, è come dire che in certe persone ci sono impulsi omicidi latenti, anche se non hanno mai avuto l'occasione di essere manifestati.
Da parte sua, il sicario ha anch'egli una posizione di estrema ambiguità nei confronti della legge: ha ucciso di fatto molta gente, c'erano sempre dei testimoni, ma poi l'ha fatta franca perché è riuscito a far inquadrare l'omicidio come legittima difesa. Pretestuosa, ma legittima difesa. Pertanto si può definire un assassino conclamato però in libertà, perché la legge non riesce a incastrarlo. E qui ci sarebbe l'argomento dell'elusione della legge, o del fatto che essa non punisce azioni pur riprovevoli. Per di più, il killer stesso non è del tutto antipatico o negativo, ma ha anche minuscoli tratti positivi.
Jack Arnold era un grande regista, anche se si mantenne sempre nella serie B o nelle piccole dimensioni produttive. Ma non era per nulla inferiore a registi molto più noti di lui. Qui ha il coraggio di girare un western non convenzionale, e riesce pure a farlo bene.

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