Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Tinto Brass perfeziona il suo stile - e da qui in avanti non toccherà mai più una virgola nè in fase di regia, nè di scrittura. Questo è Brass: situazioni grossolane e grottesche, una storia blanda e pretestuosa, sesso spinto ben oltre il consueto limite della decenza cinematografica, una pessima direzione degli attori e scenografie che trasudano finzione. La cosa che più preoccupa è che qui viene coinvolto un cast artistico e tecnico di tutto rispetto: dalla Sandrelli, in fondo non così malridotta da doversi abbassare a un simile ruolo da inveterata porcona, a Morricone per la colonna sonora (!), dalla produzione di Giovanni Bertolucci (fratello di) all'aiuto regista Riccardo Tognazzi: c'è seriamente di che rabbrividire. E pensare che Morricone tornerà a collaborare circa vent'anni dopo (per Senso '45) con Brass non aiuta certo a farsene una ragione. Brrrrr.
Un anziano professore ha una moglie giovane; un giorno lascia in giro di proposito la chiave del cassetto che custodisce il suo diario e la moglie corre a leggerlo immediatamente. Ma anche lui avrà modo di leggere il diario della moglie. Le avventure erotiche dei due coniugi si intrecciano così in un turbine di tradimenti, gelosia, superprestazioni, fantasticherie assortite.
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