Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Opera di transizione nella carriera di Brass (il quale però dissente), La chiave rende ancora per buona parte l'essenza dei pregi del regista milanese, ma lascia anche intravedere le prime cadute di gusto: ciò che dà fastidio infatti (almeno personalmente) è il ridicolo in cui cade la vena grottesca di alcune sequenze erotiche (non tutte, per fortuna). La vicenda invece è trattata discretamente (ma anche un po' superficialmente), e ciò che riscatta il film è la notevole cura della forma, del proverbiale montaggio brassiano, dei movimenti di macchina molto suggestivi (che seguono sinuosamente le linee e le forme curve delle scenografie e dei corpi); colpisce il lavoro sulle luci, sui riflessi dei canali veneziani, appagano le panoramiche sulla città, sulla sua atmosfera e le incursioni nelle sue calli seducenti.
Ottima colonna sonora di Ennio Morricone, grottesca al punto giusto quando necessario, altre volte elegante e pseudo settecentesca, perfino solenne (al funerale). Peccato anche qui per qualche caduta nella beceraggine di idioti valzerini demenziali.
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